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Il bracciale registra il panico e lancia l'allarme via 'sms'

Il bracciale registra il panico e lancia l'allarme via 'sms'

Riportiamo l'articolo pubblicato online dal Bresciaoggi il 24 febbraio sul progetto del bracciale tecnologico "She Call".

 

«Si chiama «She Call» ed è un bracciale tecnologico capace di inviare una richiesta d’aiuto senza bisogno di alcuna azione umana. A idearlo è stato Daniele Treccani, giovane classe 1986, da sempre appassionato di tecnologia, design e innovazione, oggi alla ricerca di un finanziatore per il progetto che da quattro anni segue con passione, dedizione e speranza.
È stata una brutta esperienza vissuta insieme a una cugina a dare il via al percorso creativo di She Call: «Mi sono reso conto che nei momenti di panico non si ha il tempo e la lucidità per chiedere aiuto», ha raccontato Daniele agli studenti dell’Its Machina Lonati, di cui è ex allievo. Da qui l’idea di dar vita ad un apparecchio in grado di lanciare un allarme per conto dell’individuo si concretizza nella possibilità di automatizzare un sistema di sicurezza, utilizzando le variazioni fisiche che il corpo umano subisce nei momenti di panico. Negli attimi in cui si è in difficoltà l’organismo produce una serie di reazioni che possono essere evidenziate dall’ aumento del battito cardiaco. Ad una maggior frequenza del battito il bracciale inizia dunque a vibrare e, nel caso l’utente non ne arresti il funzionamento, il dispositivo si collega automaticamente allo smartphone e invia tramite Sms digitali le richieste d’aiuto corredate di posizione dell’utente. Ad oggi, nonostante il bracciale She Call sia stato riconosciuto come miglior idea di prodotto con i premi Gaetano Marzotto e Amazon Launchpad e nonostante l’interesse nei confronti del dispositivo sia alto, la sua messa in opera rimane ancora un sogno. L’esperienza imprenditoriale del giovane che l’ha creato ha attraversato gli alti e i bassi di una qualsiasi attività creativa e produttiva che prende forma, ma ogni fallimento ha permesso al progetto di crescere, come lo stesso Treccani ha più volte ribadito agli studenti, portando ad esempio i numerosi fallimenti che lui stesso ha dovuto superare per portare avanti la propria idea.
LA COLLABORAZIONE con professionisti del design, dell’elettronica, della meccanica, lo hanno però supportato in quello che è stato un lungo cammino di analisi, studi, test, approfondimenti. «Ho sempre cercato di circondarmi di persone che lavorassero soprattutto per passione, che fossero interessate ad un continuo scambio di idee» ha ricordato il giovane imprenditore, che nel suo percorso ha incontrato anche un altro ex studente dell’Its Machina Lonati, il designer Stefano Soave. Dopo la nascita della start-up Dares Technologies nel 2015, Treccani, insieme a Soave e altri professionisti, è passato attraverso studi di fattibilità tecnica, di mercato, pianificazione di costi e attività, cercando di non tralasciare nessun dettaglio, incluse le problematiche connesse all’«indossabilità» del dispositivo. La sua natura, però, e l’afferenza alla sfera della sicurezza personale lo rendono un oggetto che si allontana dall’interesse degli investitori, che rappresenterebbero invece la vera opportunità di realizzazione di She Call».

Fonte: Bresciaoggi