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Dizionario della Moda

Scopri il significato dei termini più utilizzati dagli stilisti di moda

Abiti

  • ABITO DA COCKTAIL: Invenzione americana, i cocktail divennero popolari agli inizi degli anni ’20 e con la loro istituzione nacque la necessità di provvedere ad un appropriato abbigliamento. Questo, potendo essere indossato anche per la cena, mise al bando una volta per tutte l’abito da pomeriggio. L’abito da cocktail era lungo fino al ginocchio o poco sotto, realizzato di solito in: lana di peso leggero, raso, seta, velluto o altri tessuti preziosi, spesso ricamato, o comunque ricamato a decoro, e lasciava scoperte le spalle e le braccia. Per questo motivo l’abito da cocktail era spesso completato da un corto giacchino o bolero. È rimasto popolare fino ai giorni nostri.
  • CAFTANO: Capo che si ritiene di origine dell’antica Mesopotamia. Di taglio morbido, è lungo fino alla caviglia, aperto sul davanti, ha maniche ampie e lunghe; in genere in cotone o seta, è chiuso da una fusciacca. Molti furono gli stilisti, da Dior a Yves Saint Laurent che si ispirarono alla forma del caftano per le loro creazioni. 
  • CHEMISIER: Il termine compare negli anni ’50 ad indicare un abito chiuso davanti da bottoni, con o senza colletto, di linea essenziale proprio come quella di una camicia. Linea seguita da molti stilisti del passato: Worth, Poiret, Chanel, Lanvin.
  • DELFI: Abito ispirato al peplo greco, assomiglia ad una tunica. A forma cilindrica lunga fino a terra, stretto in vita da un cordone, si presenta in seta plissettata a mano, le spalle e le maniche sono trattenute da perle di vetro di Murano chiamate murrine.
  • DIRNDL: Abito tradizionale del Tirolo, caratterizzato da un’ampia gonna mollemente raccolta al punto vita, per creare morbide pieghe nel tessuto.
  • EVENING DRESS: Dalla lingua inglese è entrato nel parlato globale e sta ad indicare l’abito da sera.
  • FRAC: Vestito maschile, oggi usato per occasioni molto formali, con giacca corta fino alla vita sul davanti, e che si prolunga dietro in due falde dette code di rondine.
  • KIMONO: Veste giapponese morbida e dalle ampie maniche da fermare in vita con un obi, una sorta di larga fusciacca. Introdotto in Europa nel milleottocento ispirò i pittori ed artisti in genere.
  • ROBE MANTEAU: Abito usato per lo più in inverno o primavera. Diritto o sciancrato, abbottonato sul davanti spesso a doppiopetto con collo e revers da uomo. Simile nel taglio ad un cappotto o ad un soprabito.
  • SARI: Abbigliamento tipico delle donne indiane, che consiste in un rettangolo in seta, cotone, senza tagli o cuciture da drappeggiare attorno al corpo. Lungo fino a terra, lascia scoperta una spalla ed è fissato con morbidi drappeggi sull’altra.
  • SARONG: Indumento tradizionale di uomini e donne della Malesia e dell’Indocina. È un pezzo di cotone o seta che si drappeggia chiudendolo sul lato, intorno alla vita o all’altezza del petto, in genere lungo fino ai piedi.
  • SCAMICIATO: Abito femminile senza maniche, dallo scollo solitamente arrotondato, ma anche diritto o quadrato, da indossare su di una camicia o su di una maglietta.
  • SMOKING: Abito da sera maschile, confezionato solitamente in panno o seta e lana. È costituito da una giacca mono o doppio petto nera, ma anche in altri colori. I calzoni sono neri con un gallone in seta sulla cucitura esterna. Completa il tutto una sorta di alta cintura in seta pieghettata che copre il punto vita.
  • TIGHT: Abito maschile da cerimonia, con giacca nera a falde larghe e lunghe, che partono sul davanti e pantaloni rigati nei toni del grigio nero. Un gilet grigio perla o bianco, accompagna generalmente il completo.
  • TUBINO: Abito semplice e casto di cui la versione più famosa è quella nera, classica e attillata. Il tubito, lanciato da Chanel e chiamato il petit noir, è l'emblema degli anni ’20.

L'Accessories Designer si occupa, di progettare accessori, gioielli, scarpe e borse, in ogni fase del suo processo creativo e di realizzazione che portano al prodotto finito. Lascia spesso contaminare il suo lavoro dal settore fashion, ovviamente, dal design e dall'arte.

Accessorio

Un accessorio (borsa, sciarpa, gioiello, calzatura,..) è un elemento secondario che affianca il look principale e lo rende unico. Ha la funzione, quindi, di completare un outfit e di migliorarlo.

Allure

Dal verbo francese aller, andare ha come significato andatura, portamento. Il termine è usato nel paesaggio della moda per indicare: l’immagine e l'atmosfera complessiva che si trasmette.
 

Appeal

Voce inglese che, fra i tanti significati, ha richiamo, attrazione. Il termine può essere riferito all’immagine e al fascino di una persona.
 

Applicazioni

Termine utilizzato per indicare ogni elemento decorativo cucito, ricamato o disegnato su di un altro tessuto o su di un capo finito.
 

Bag Designer

Il Bag Designer è il professionista che si occupa dell'ideazione, progettazione, e, a volte, anche realizzazione di una borsa.
Dal primo bozzetto, infatti, ne crea il progetto, per poi scegliere la combinazione giusta di materiali per la creazione dell'accessorio.
Spesso si appoggia a degli artigiani specializzati che si occupano di portare a termine il prodotto finito. 

Bikini

Costume da bagno composto da una coulotte e un reggiseno. Creato nel 1946 da Heim, stilista francese, che chiamò la sua creazione atome.
Nello stesso anno uno sconosciuto stilista battezzerà il suo due pezzi bikini, dal nome dell’atollo nell’ Oceano Pacifico dove  gli Stati Uniti stavano attuando i loro esperimenti nucleari.
 

Borse femminili

  • BAULETTO: Contraddistinto dalla forma affusolata e allungata, si prende per il doppio manico e, solitamente, si chiude per mezzo di una cerniera. In base a come lo si indossa può essere molto elegante, e bastano un paio di jeans e delle sneakers per renderlo casual.

  • BAGUETTE: Quando si parla di questo tipo di borsa, piccola e rettangolare, non si può non pensare a quella di Fendi, lanciata più di 20 anni fa. Disponibile in innumerevoli variazioni sul tema, si porta tranquillamente di giorno.

  • BRIEFCASE: Rettangolare, piatta e rigida, ricorda molto una busta da lettere, grazie anche all'apertura nella parte superiore. Grazie ai diversi scomparti interni è l'ideale per andare in ufficio.

  • CLUTCH: Piccola borsetta da sera senza manico. Morbida o rigida, si tiene in mano, è l'ideale per le occasioni più formali.

  • FRAME: Se ami le borse vintage, saprai che moltissime di loro hanno questa forma. Rigida e dalla forma squadrata, almeno nella parte superiore, ricorda una versione ingrandita del borsellino per la moneta.

  • HOBO: Borsa capiente dalla forma a mezza luna, concava verso l’alto, da portare a spalla. Si chiude per mezzo di una cerniera, fibbia nel mezzo o un gancio.

  • POSTINO: Se ti sposti spesso in bicicletta o in motorino, questa è la borsa adatta, grazie alla tracolla molto lunga che lascia libero il corpo. Spesso è piatta e munita di tasche.

  • KELLY BAG: Borsetta per signora creata da Hèrmes, caratterizzata da manici corti. Negli anni ’50 fu di grande moda perché usata dalla principessa di Monaco Grace Kelly.

  • MINAUDIERE: Più che una borsa, questo è un vero e proprio accessorio gioiello. Piccola e compatta, è l'ideale per le occasioni di gala o serate particolarmente eleganti. Solitamente è in seta o in pelle, arricchita di ricami, dettagli brillanti o catene preziose.

  • NECK BAG: Borsetta creata da Tom Ford per Gucci, con lunghi manici, si porta appesa al collo.

  • SADDLE: Prende il nome dalla tradizionale arte della selleria, grazie alla forma che ricorda la sella di cavallo, solitamente anche la manifattura. Adatta al giorno e ad un abbigliamento informale, anche se di recente ne sono state prodotte anche di molto eleganti.

  • SECCHIELLO: Sacca, secchio o secchiello: tre varianti della stessa borsa inventata da Louis Vuitton. Si chiude tramite dei tiranti o la si lascia aperta. Perfetta per un outfit casual, meglio se portata a tracolla.

  • SHOPPER: Somiglia al classico sacchetto della spesa. Rettangolare, spesso in tela , quindi adatta alla spiaggia o alle situazioni molto informali, ma ne esistono versioni più pregiate in pelle o pellami preziosi, dentro e fuori. Si porta a spalla per mezzo di due manici, rimane sempre aperta.

  • TOTE: Simile nella forma alla shopper, è una grande borsa con doppio manico, di forma rettangolare o trapezoidale, che rimane aperta nella parte superiore. Dall'aspetto casual è perfetta per infilarci qualunque cosa, utile per l'ufficio, per riporvi tablet e smartphone, ma anche per le mamme che hanno bisogno di borse capienti.

  • TRAPUNTATA: Per molti la trapuntata è solo una: la 2.55 di Chanel. Realizzata in pelle o in tessuto cuciti come una trapunta, è arricchita da manici in catena. Da portare a spalla, è perfetta dal giorno alla sera.

  • TROUSSE: Piccola borsa, rigida, a forma di scatola rotonda o rettangolare, conteneva il necessario per truccarsi.

  • VANITY CASE: Borsa da viaggio contenente gli oggetti da toilette. È chiamato più comunemente beauty case.

  • WEEKEND: Il nome dice giù tutto, ideale per le partenze veloci di un paio di giorni. Adatta anche per la palestra. Un tempo era il borsone utilizzato dai marinai.

  • ZAINETTO: Se ami i look un po' old school, non puoi rinunciare a questo trend. Adatto alle occasioni meno formali e alle situazioni dinamiche, si porta sulle spalle e ha un carattere decisamente sportivo e giovanile.

Brand

Termine inglese che significa marchio o marca ed è utilizzando in molte locuzioni.

Buyer

È la persona che, nel mondo della moda, è responsabile dell'acquisto di collezioni o capi in showroom. Il fashion buyer può lavorare per un brand specifico oppure per uno store multimarca. A livello economico, il buyer è una delle figure aziendali con più responsabilità poichè su di lui pende la scelta e l'acquisto dei capi che verranno portati in store e quindi l'interpretazione delle tendenze, dei gusti del proprio target e il successo o meno delle vendite.

CAD

Per CAD, o Computer Aied Design, si intende uso del computer per il disegno e la progettazione industriale; nell'ambito dell'abbigliamento, si tratta dell'uso di un software dedicato alla creazione di modelli a video.

Calza

Si tratta di un indumento che riveste il piede e/o la gamba. Può essere realizzato in diversi tessuti, più o meno elastici, in diversi colori, con decori e può coprire diverse parti della gamba: soltanto il piede, fino alla caviglia, a metà polpaccio, al ginocchio, oppure interamente fino alla vita. 

Calzature

  • ANKLE BOOT: È una calzatura che si ferma appena sopra la caviglia, per questa caratteristica è molto comoda. Oltre ai modelli chiusi possiamo trovarne altri alternativi sul mercato come ad es. open toe o cage.
  • BALLERINA: Questo modello nasce grazie a Brigitte Bardot, che chiese di realizzarle delle ballerine da passeggio. La tipologia classica è a punta rotonda, ma in commercio possiamo trovarne a punta o spuntate e di vari tessuti e fantasie.
  • BIKERS: Sono gli stivali dei motociclisti, quasi sempre di cuoio, coccodrillo o pelle con lacci sul collo del piede.
  • BONDAGE BOOT: Sono dei stivali decorati da stringhe, lacci, cinture e a volte borchie.
  • CAGE SANDAL: Con o senza tacco, questa tipologia è caratterizzata da una serie di lacci o strisce che formano una gabbia sul piede.
  • CHANEL: Ideata dalla stilista Coco Chanel. La scarpa può avere un tacco che varia da 0 a 12,5; chiusa sul davanti e rigorosamente a punta e aperta dietro. Da utilizzare per la sera visto la sua eleganza, ma anche in occasioni non formali.
  • CHANEL SPUNTATA: L’unica differenza dal modello classico è l’apertura sul davanti.
  • CHELSEA BOOT: Sono i classici stivali per le passeggiate a cavallo. Sono aderenti alla caviglia ed hanno origine in epoca vittoriana.
  • CHUNKY HEEL: È una calzatura con un tacco rettangolare accompagnato dal plateau davanti. Riprende un po’ la moda degli anni ’70.
  • CHUKKABOOT: Stivaletto maschile che prende il nome dal gioco del polo, molto popolare negli anni ‘40 e ‘50 del 1900. Quasi sempre realizzati in vitello o camoscio, è ideale per outfit casual/sportivi.
  • CLOGS: O anche chiamato zoccolo, è una calzatura con un grosso tacco in legno. Gli zoccoli erano usati per lavori pesanti ed oggi sono rimasti per uso protettivo in agricoltura.
  • COWBOY BOOT O CAMPEROS: Popolari negli anni ‘80, usati sia da ragazze che da ragazzi. Sono stivali in pelle a punta (più squadrati per l’uomo) dotati di tacco; ricordano tanto gli stivali utilizzati dai cowboy nei film.
  • CREEPER: Inventate da George Cox, molto utilizzate negli anni ’50 dai Teddy Boys. Oggi possiamo trovarle più o meno basse con suola in gomma, dai materiali differenti e con allacciatura diversa dal modello classico.
  • CUISSARD BOOT O THIGH HIGH BOOT: È un modello di stivale che copre la gamba oltre il ginocchio scoprendo solo la coscia.
  • CONVERSE: Questa calzatura prende il nome dall’azienda statunitense che le ideò nel 1923. Utilizzate dapprima come calzatura per giocare a basket, negli anni ’60, ’70 e ’80 andavano di moda tra le star del mondo della musica fino al diffondersi anche tra la massa grazie al loro prezzo abbordabile. 
  • CROCS: La Crocs è un brand statunitense che nasce nel 2002 in Colorado. Appare come uno zoccolo in leggera plastica, tipica calzatura che mantiene il piede fresco ed evita cattivi odori grazie al materiale, ma dal 2006 hanno realizzato un modello di crocs che garantisce benefici podologici.
  • DECOLLETE: Tutte noi ne possediamo almeno un paio. Si presentano quasi sempre con un tacco di 8 cm, più o meno spigolose ma sempre attuali. In Italia la tipologia più famosa è lo “stiletto”, che grazie al suo tacco alto e sottile, dà l’impressione che le gambe siano più lunghe. Il suo inventore è Salvatore Ferragamo.
  • DECOLLETE OPEN TOE: O anche decolletè spuntate, mantengono la forma della decolletè, ma hanno un’apertura sulla punta davanti della scarpa.
  • DERBY: Termine che proviene dal conte di Derby che nel 1780 istituì una gara riservata a puledri di tre anni, che da allora si disputa a Epson in Inghilterra. Principalmente il termine sta ad indicare un certo tipo di scarpa maschile di genere sportivo, con le alette sedi degli occhielli per i lacci sovrapposte alla mascherina.

  • D'ORSAY: Inventate da Gabriel d’Orsay come calzatura da sera. Alte o basse, le scarpe lasciano scoperto uno o due lati del piede, sono molto eleganti e a volte scomode perché il piede ha difficoltà a rimanere aderente alla scarpa.
  • D'ORSAY CON CINTURINO ALLA CAVIGLIA: O anche chiamata Ankle strap d’Orsay, è sicuramente più comoda della classica d’Orsay perché il cinturino tiene il piede più fermo.
  • ESCARPIN: Ha la stessa forma della decolletè, ma è molto scollata davanti.
  • ESPADRILLAS: Tipologia di calzatura spagnola, in tela con zeppa in corda, con lacci che si intrecciano alla caviglia o al polpaccio. Famose per la vestibilità e la comodità.
  • FRANCESINE: Con o senza tacco, in vernice o in camoscio ma sempre stringate.
  • GETA: Sono una tipologia di sandali tradizionali giapponesi. È un tipo di calzatura con suola di legno rialzata e una stringa a forma di Y. Vengono indossate con gli abiti tipici giapponesi (kimono e yukata). Grazie alla suola rialzata vengono preferiti quando piove e quando nevica. A volte la suola può variare: se femminile può essere ovale o maschile più rettangolare. Può essere laccato o dipinto.
  • GHETTE: Gambaletti di tessuto o di pelle che si mettono sopra le scarpe, fissate da un laccio sotto la suola, nell’incavo del tacco. Sono chiuse da una fila di bottoncini laterali.

  • GLADIATOR SANDAL: Calzatura composta da una bassa suola con vari lacci o stringhe che ricordano i sandali dei gladiatori.
  • GLADIATOR BOOT: È una tipologia di stivali che termina pressappoco al ginocchio, ma fatto di listini e a volte con lacci incrociati, basta pensare ai sandali da gladiatore.
  • INFRADITO O FLIP FLOPS: Calzatura composta da suola e cintura a forma di Y. Questa tipologia è indossata da varie persone di tutto il mondo, quasi sempre in spiaggia o d’estate in situazioni casual. Alcune tipologie possono avere il tacco più o meno basso.
  • JELLY: Questa calzatura si rifà alla forma della ballerina, ma il materiale è il silicone. Famoso produttore è il brand Melissa che ha proposto vari modelli ispirati all’arte, alla scultura e all’architettura giocando con colori, volumi e forme.
  • LANA: Sono un evoluzione della Lita ma rotondeggianti, ancora più rock grazie al tacco arrotondato e al tallone scoperto.
  • LOAFER: Molto simili alle slipper, ma differenziate dalla linguetta posizionata davanti che le rende più eleganti.
  • MARY JANE: Con o senza tacco è caratterizzata da uno o più cinturini sul dorso del piede.
  • MINNETONKA: Come gli Ugg prende nome dall’azienda che li ha inventati. Il modello ricorda quello dei nativi d’America.
  • MONK STRAP: Scarpa maschile, adatta a diverse occasioni, pratica, versatile e classica.
  • MOU: Creati per evitare lo stress della vita frenetica. Indossate da artiste di fama mondiale, sono molto apprezzate per il look grintoso.
  • MOCASSINI: La forma classica del mocassino nasce con la punta quadrata ma adesso ne troviamo altre varianti. Calzatura leggera e flessibile inizialmente maschile, ma, nel tempo, declinata anche nella sua versione femminile.
  • MULES: scarpa chiusa davanti e aperta dietro.
  • OXFORD O FRANCESINA: Calzatura di tipo maschile considerata una tra le più classiche. Nata nel 1830 è una scarpa formale sia di giorno che di sera, uilizzata oltre che nell’abbigliamento elegante anche nel tipo casual.
  • PENNY LOAFER: Il nome deriva dall’usanza negli anni ’50 di mettere un penny nella linguetta, risultano molto comode anche senza i calzini.
  • POLACCHINO: Stivaletto di pelle o camoscio alto alla caviglia, chiuso da una zip o da lacci.
  • PUMP: Questa calzatura nasconde il plateau, ed unisce comodità e bellezza.
  • PLATFORM: Sono tutte le scarpe dotate di una zeppa della stessa misura. Applicato a diversi modelli, dona estrema comodità e stile.
  • PLATEAU MULES: Calzatura simile al sabot ma aperta anche davanti, con plateau molto alto, ma piuttosto comodo, molto utilizzate da ballerine di lap dance.
  • SABOT: È uno zoccolo con la suola di legno e la tomaia in cuoio chiusa sul davanti, che lascia completamente scoperto il tallone. Alla fine degli anni ’60 in piena contestazione giovanile, i sabot sono portati con disinvoltura da giovani e dagli hippy di tutto il mondo, anche in città e d’inverno con grosse calze di lana colorata.
  • SANDALI: La più primitiva forma di calzatura. Calzatura aperta, molto probabilmente di origine mediorientale; è composta in genere di una suola e di una parte superiore a strisce di cuoio o stoffa. Con o senza tacco racchiude un grande gruppo di calzature che si usano d’estate, più o meno impreziosite e prodotte in vari materiali.
  • SLIP-ON: Molto popolari in Gran Bretagna grazie al brand Vans, che le ha rese sempre più contemporanee. La caratteristica di questa scarpa è l’inserto di elastico che le rende comode e facili da togliere e mettere.
  • SLIPPERS: Questa tipologia è un mix tra le ballerine e le calzature che utilizziamo in casa. Molto in voga al momento soprattutto i modelli con gli strass e le borchie.
  • SNEAKERS: Ottime da passeggio, sono molto usate dai teenagers vista la comodità.
  • T-STRAP: La caratteristica di questa scarpa è quella di formare una “T” sul collo del piede, quindi, una striscia verticale al centro del piede che si unisce al cinturino.
  • TASSEL LOAFER: Una versione del modello Loafer con l’aggiunta di nappini.
  • TIMBERLAND: Sono una tipologia di stivali che andavano di moda negli anni ’90. Resistenti e waterproof, fanno apparire i piedi molto più grandi, oggi molto alla moda.
  • TRONCHETTI: Stivali più alti degli ankle boot, che arrivano sopra la caviglia.
  • UGG BOOTS: Ugg è un marchio californiano, molto famoso per questa tipologia di stivali di montone, scamosciato fuori e con vello di lana all’interno. Molto di moda dal 2000, soprattutto fotografati ai piedi delle star, da Oprah Winfrey a Kate Hudson.
  • WEDGE SHOE: Scarpa con un’unica suola anche detta zeppa, con la parte del tallone sempre più alta. Molto di moda in estate i modelli di sughero e di corda.
  • WEDGE BOOT: Sono gli stivali con la zeppa, possiamo trovarli di vari modelli e lunghezze, ma il segreto di questo modello è che assottiglia la caviglia.
  • WELLINGTON BOOT: È il classico stivale che si usa quando piove, il suo inventore fu il Duca di Wellington. Oggi rivisitato in chiave moderna da vari stilisti, possiamo trovarne di tante fantasie e colori, ma oggi i più gettonati sono gli Hunter, che hanno lo stesso modello ma con rivestimento interno che tiene il piede caldo.
  • ZORI: Sono sandali tipici giapponesi. Simili alle infradito, sono senza tacco, fatte di fibre naturali o di materiali sintetici. Il piede ha una strana posizione sulla suola, visto che il tallone sporge di circa 1 cm ed il mignolo non poggia sulla suola. La stringa viene chiamata “hanao” ed è posto al centro nella parte finale del sandalo, quindi non c’è differenza tra destra e sinistra. Quasi sempre indossati con i calzini (tabi) ed il kimono per le occasioni più formali. Per le donne questa calzatura se è realizzata in broccato è formale e quindi utilizzata in occasioni cerimoniali. Mentre per gli uomini sono di paglia o materiali che la imitano e con suola in sughero. Questi sandali sono adatti al clima umido ed è facile indossarli e toglierli, cosa importante nella cultura giapponese dove le scarpe vengono tolte prima di entrare in casa.

Cartamodello

Chiamato anche sagoma o base, il cartamodello è una rappresentazione su carta delle diverse parti di tessuto che compongono un abito.
Si utilizza in maniera operativa per creare le sezioni di un abito e tagliare poi la stoffa.

Catalogo di Moda

Il Catalogo di Moda è composto da una serie di fotografie di capi di abbigliamento che descrivono forme, colori, tessuti e che ha il solo scopo di illustrarne le caratteristiche per la vendita.

Cheap

Voce inglese che significa economico e a buon mercato. Indica un oggetto, un capo d’abbigliamento di scarso valore oppure una persona o una cosa priva di classe, mancante di stile.

Cintura

Striscia di pelle, stoffa o metallo, che si porta attorno alla vita per stringere pantaloni, gonne o abiti.
Nel tempo ha modificato il suo uso e, soprattutto, la classe sociale atta ad indossarla. 
Spesso alla cintura venivano attaccati borselli, chiavi, l'occorrente per cucire, monili, specchietti e campanelli.
Dopo aver perso nei secoli parte della sua importanza, tornò in voga negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, soprattutto nell'abbigliamento femminile. Per gli abiti maschili non serve più come ornamento, ma solo come sostegno dei pantaloni, mentre anticamente vi veniva appesa la spada o lo spadino.

Sviluppato dalla CLO Virtual Fashion, CLO3D è il software più innovativo del mercato per la prototipazione virtuale nell'ambito Fashion.
Interfacciato ai più comuni CAD 2D tramite DXF-AAMA, permette un rapido sviluppo del modello 3D.

Collezione di Accessori

Si intende una raccolta di gioielli, accessori, borse o scarpe realizzate da uno stilista o un brand per una determinata stagione e legati tra loro da un fil rouge: un tema, un colore, un mood. Di solito, una collezione di accessori viene presentata con un catalogo. 
spesso, insieme alle collezioni di moda, vengono realizzate, ad hoc, anche delle collezioni di accessori. Negli ultimi tempi, gli accessori e queste colezioni, appunto, hanno assunto sempre più importanza nelle grandi maison perchè contribuiscono in maniera sostanziale al fatturato. 

Collezione di Moda

Si intende una raccolta di abiti, accessori o scarpe realizzate da uno stilista o una brand per una determinata stagione e legati tra loro da un fil rouge: un tema, un colore, un mood. 
Di solito, una collezione viene presentata con una sfilata o un catalogo.

Confezione

Con confezione si intende la realizzazione e la produzione di capi di abbigliamento a livello sartortiale o industriale.
Per estensione, con confezioni, si intendono, a livello generale, i capi di abbigliamento e gli abiti. 

Consulente di stile

Il consulente di stile è una figura professionale che fornisce un servizio dedicato al miglioramento dell'aspetto attraverso il modo di vestirsi e di abbigliarsi. 
Analizza la fisicità a la persoanlità del proprio cliente per proporre una serie di capi e accessori adatti ad esaltare la persona e il suo look. Si appoggia spesso a dei brand con cui collabora.

Copricapi e cappelli

  • CLOCHE: Cappello da donna in voga tra il 1915/1930. Si tratta di un copricapo piuttosto aderente che copre la parte posteriore della testa giungendo a sfiorare il collo e calato sul davanti ombreggia la fronte, poteva essere provvisto di una piccola falda.

  • FEDORA: In area anglosassone indica il classico cappello morbido di feltro, con un incavo al centro della cupola e la falda ricurva, originario dal Tirolo austriaco.

  • FEZ: Copricapo a forma di tronco di cono, rosso con applicata al centro un lungo cordoncino che termina a nappa, che veniva usato dai turchi dell’impero ottomano. Prende il nome dalla vecchia capitale del Marocco. Oggi è adottato in alcuni paesi arabi. In Italia, un berretto analogo fa parte dell’uniforme dei bersaglieri. 

  • GIBUS: Dal nome del cappellaio parigino che lo inventò nell’Ottocento. Cappello a cilindro in feltro lucido e rasato, dotato di sottili molle interne per cui poteva essere appiattito e portato sottobraccio.

  • KEPI: Cappello militare francese, rigido, più o meno alto, con visiera e veletta coprinuca svolazzante, sottogola in vernice nera o cuoio, ricoperto di panno.

  • KIPPA: È lo zucchetto portato dagli ebrei praticanti. In sinagoga lo mettono anche i bambini al momento della preghiera.

  • PAGLIETTA: Modello di cappello di paglia di forma circolare, cupola piatta e dura, falda rigida e ornato di un nastro. In voga tra le donne degli anni ’20, era il copricapo dell’uniforme estiva dei collegi femminili britannici. In Lombardia veniva chiamato: magiostrina.

  • PANAMA: Cappello maschile estivo in paglia intrecciata a tesa larga e calotta incavata al centro. Prende il nome dal 1906, l'anno in cui il presidente americano ne sfoggiò uno mentre era in visita ufficiale al Canale di Panama.

  • PILLBOX: Letteralmente scatola per pillole, ma anche sta ad indicare un minuscolo cappello a forma di tamburello. Famoso negli anni ’60 perché J. Kennedy ne portava sempre uno in tinta con l’abito che indossava.

  • SOMBRERO: Cappello che fa ombra (sombra in lingua spagnola) grazie alla larghissima tesa rigida con cupola a cono. Caratteristico di paesi caldi e soleggiati specialmente in uso in Messico.

  • TURBANTE: Copricapo orientale formato da una lunga sciarpa di seta, avvolta armoniosamente con più giri attorno alla testa.

Costume

Il termine costume apparso nella lingua italiana nel 1500, indica principalmente il modo di vestire dei popoli sia antichi che moderni.
Questo termine indica solitamente un carattere di durabilità e di uniformità che descrive gli usi sociali dei popoli.
 

Couture

Il termine, abbreviazione di Haute Couture, alta moda in italiano, si riferisce alla lavorazione di capi unici, non destinati al mercato di massa. Gli abiti di Alta Moda sono prodotti da creatori di abiti di lusso, realizzati con materiali preziosi e su misura per attrici, reali, eventi importanti. 
Il settore è composto da poche case di moda, che producono pezzi di alto valore e che, spesso, creano parallelamente linee dedicate al pubblico di massa.

Cravatta

La cravatta è un accessorio di abbigliamento occidentale che simboleggia l'eleganza maschile.
Consiste di una striscia di tessuto che viene annodata attorno al colletto della camicia, lasciandone scendere l'estremità più lunga sul torace.

  • LAVALLIERE: Larga cravatta morbida, generalmente in nero, annodata a fiocco. Deriva dal nome di Luise de la Vallière, favorita di Luigi XIV° di Francia.
  • PLASTRON: Larga cravatta maschile annodata piatta e fermata da una spilla, che si porta con alcuni abiti da cerimonia.
  • ASCOT: È la cravatta del tight. Viene annodata al collo con un doppio nodo, fermato da una spilla. La sua forma è simile a quella del cache-col.
  • TINTA UNITA: Sono caratterizzate da un unico colore. Un esempio è la classica cravatta nera.
  • RIGHE: Spesso definita impropriamente Regimental, è caratterizzata da un colore predominante e strisce oblique di colore diverso.
  • A PUNTINI: In questo tipo, su un colore di base, sono applicati vari puntini.
  • FANTASIA: Possono riportare disegni vari, come luoghi o oggetti famosi, a discrezione dello stilista.
  • TRENDY: Possono riportare colori in genere fluorescenti, come l'arancione Fantini.

Creatività

Con il termine creatività si intende la capacità cognitiva di creare con fantasia. È strattamente legata alla sensibilità, l'originalità e il pensiero laterale relaivamente alle questioni quotidiane e alle esperienze. 

Cromatologia

Per cromatologia si intende l'analisi dei diversi colori e degli effetti di questi sulla percezione degli individui.

Defilè

Il termine è sinonimo di sfilata.

Il designer in campo moda, si occupa, di progettare capi e collezioni di moda, conoscendo, però, ogni fase del processo creativo e di realizzazione che portano al capo finito e proponendo, spesso, idee innnovative e tecniche moderne. 

Dress

Dall'inglese, significa abbigliamento, abito, vestito.

Dyeing

Dyeing, termine che indica il processo di tintura, ovvero l'operazione che permette di dare o cambiare colore a materiali per mezzo di un bagno, liquido in cui sono disciolti coloranti. Si applica a molti materiali come: cuoio, pelli, legno, ma l'ambito più importante è quello che interessa le fibre tessili, i filati e i tessuti.

Eleganza

Dal latino elegantia, che sta a significare la capacità di scegliere.
La vera eleganza è inconscia e naturale e ignora le mode, è un dono ed è indipendente dalla classe sociale.
Giorgio Armani in proposito in un’intervista dichiarava: “quando si parla di stile penso sia il vero ed unico lusso che va ricercato, quando si parla di eleganza penso al silenziatore che bisogna mettere all’urlo del trend per conquistarla”.
Con eleganza si intende quindi l'attributo di grazia e semplicità, raffinatezza e buon gusto. 

Fashion

Termine inglese che significa moda.

Fashion Addicted

Locuzione americana dal tono sarcastico e dispregiativo che significa letteralmente chi si è dato, dedicato alla moda.
 

Fashion Archive

Fashion Archive, letteralmente in lingua italiana Archivio di Moda, è l'insieme patrimoniale di abiti e accessori, raccolti attraverso il tempo, in un unico luogo che si orientano e addizionano a seconda di un'espressione cumulativa attraverso un'esperienza professionale di carattere produttivo o distributivo, o più semplicemente per collezione personale o istituzionale.
L'archivio di moda è mediamente appartenente ad aziende ed imprese di settore, a fondazioni private o pubbliche, musei e a collezionisti privati.

Fashion Coordinator

Il responsabile di prodotto o Fashion Coordinator è la persona che sovrintende tutti i progetti di una o più linee di prodotto ed è responsabile della strategia del marchio.
Si occupa di coordinare e supervisionare le operazioni degli uomini prodotto e le sezioni delle diverse linee, interfacciandosi con le figure che si occupano di marketing, di vendite e di comunicazione, oltre che di design. Tra le altre cose, monitora l’iter della produzione, le vendite, le collezioni e la pubblicità.

Fashion Curator

Il Fashion Curator, in lingua italiano, Curatore di Moda. Colui che si occupa della realizzazione di mostre su moda e costume.
Mediamente di formazione storico-artistica o antropologica, è lo studioso del costume che lavora presso un museo, ente o fondazione e che si pone nella professione come ricettore di tracce e trame, attraverso la storia, di come l'uomo si rappresenta in termini vestimentari e affini e realizzando in tale misura una selezione di capi e accessori la cui visione esprime unità narrativa sia nell'allestimento che nel catalogo.

Per Fashion Design si intende la progettazione di un oggetto di moda che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica. 
Per Fashion design, o Design della Moda, muove i primi passi quando nasce la produzione seriale ed industriale del vestire che necessita di un progettista che, oltre a competenze sartoriali, sia in grado di gestire e comprendere l'intero processo produttivo del capo di abbigliamento, coordinando specializzazioni molto diverse tra di loro.

Il Fashion Designer è lo stilista di capi di abbigliamento o di accessori per la moda.

Il Fashion Stylist è una figura professionale che vive di moda a 360° gradi. Il suo compito principale è quello di procurarsi dei capi e combinarli ad arte per vestire le modelle, per realizzare scatti fotografici per una rivista, per un brand o per una passerella. Lo stylist, infatti, si occupa anche di supporto al designer, mixando i capi che lui stesso ha realizzato.
Il Fashion Stylist deve essere sempre aggiornato non solo sui nuovi trend, le collezioni e gli eventi moda, deve conoscere approfonditamente anche l’arte, il cinema e la musica perchè tutto è influenzato dalla moda e la moda è influenzata a sua volta da tutti questi ambiti. 

Per Fashion Technology Designer si intende un professionista del design di moda che si avvale di tecnologie sempre più complesse ed avanzate, deve saper gestire i sempre nuovi materiali e le modernissime tecniche di produzione che l'industria e la ricerca propongono.

Fashion Victim

Vittima della moda è chi, senza capirci niente, segue in modo passivo e imperturbabile il gusto e le indicazioni del proprio stilista preferito ed è succube di tutto ciò che è griffato e firmato.

Fashion Week

La Fashion Week, o Settimana della Moda, è un evento dell'industria della moda, della durata di circa una settimana, che permette agli stilisti ed alle case di moda di presentare le proprie ultime collezioni ed al pubblico di realizzare quali siano le ultime tendenze.
Le settimane della moda più importanti sono quelle che si tengono nelle "capitali della moda": Milano, Parigi, Londra e New York.

Figurinista

Antesignano dello stilista contemporaneo, il figurinista, o disegnatore di moda, è chi disegna figurini per la moda, per gli spettacoli teatrali, cinematografici o televisivi.
 

Figurino

Il figurino è un disegno espicativo che rappresenta abiti, biancheria o qualsiasi tipo di indumento e che illustra fogge e particolari e dettagli dell'abito stesso e serve per concretizzare su carta un'idea creaitva. 

Fitting

Dall'inglese to fit, andare bene, essere giusto, essere adatto.
In abbigliamento con fitting si intende la prova dei capi sulla/sul modella/modello al fine di correggerli eliminandone i difetti.

Fotografia di Moda

La Fotografia di Moda è il risultato di un pensiero strategico applicato all’immagine del brand, cioè non semplicemente la fotografia di un abito.

Giacche, soprabiti e mantelle

  • ANORAK: Giacca con cappuccio, originariamente in pelle di foca, portata dagli esquimesi che chiamavano anorak il vento. Nel corso del tempo, è diventata il più popolare capo sportivo antivento realizzato ormai in tessuti ultratecnologici. La sua caratteristica è un’ampia tasca sul davanti come un marsupio.
  • BERTA: Scialle di cotone, lino o merletto che a metà dell’Ottocento veniva portato sulle ampie scollature per coprire il seno. La portava la Regina Berta, madre di Carlo Magno.
  • BLAZER: Dal verbo inglese to blaze, risplendere, sfavillare. Giacca sportiva blu mono o doppio petto in stile marina con bottoni dorati. Dalla fine dell’Ottocento, in vari colori e fogge, ha fatto parte della tenuta sportiva degli studenti nei college inglesi, per il tennis e il cricket. Negli anni '30 fu adottata come divisa marinara nelle località estive americane ed europee.
  • BLOUSON: Voce francese che sta a significare: blusa pesante, giubbetto. Indica il giubbotto in pelle chiuso da zip o da automatici a pressione. Molto diffuse negli anni ‘60 le espressioni che additavano con quetsa parola i teppisti comuni.
  • BOMBER: Voce inglese che significa bombardiere. Corto giubbotto stretto alla vita, usato dai piloti inglesi della Royal Air Force e da quelli americani durante la Seconda Guerra Mondiale, per difendersi dal freddo delle alte quote. Moda che viene adottata dai giovani a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, dove il bomber rappresenta il capo principale del loro abbigliamento casual assieme ai jeans, agli scarponcini ed agli occhiali da sole. Da allora fa parte del guardaroba di entrambi i sessi ed è stato realizzato in vari tessuti, sempre mantenendo lo stesso modello base: linea e maniche abbondanti, chiuse ai polsi da tessuto elasticizzato, imbottitura, chiusura zip e varia gamma di colori.
  • BURNUS: Ampia mantella con cappuccio di origine araba, spesso ricamata ai bordi e ornata di nappe ad olivella, che veniva usata dalle popolazioni berbere dell’Africa Mediterranea.
  • CABAN: Ampia giacca in panno, di taglio sportivo. Per alcuni deriva dalla divisa dei cocchieri inglesi dell’Ottocento e deve il nome al termine cab, carrozza. Per altri, invece, da un giaccone di marinai bretoni del ‘700. Caldo e funzionale il caban è stato realizzato nelle fogge e con i materiali più disparati.
  • CANADESE: Tipico giaccone usato dai cacciatori canadesi, con interno e collo di pelo, ampi tasconi e cintura in vita.
  • CAPPA: Mantello largo senza maniche, con due aperture laterali per le braccia, dotato di cappuccio e spesso foderato di pelliccia.
  • CASACCA: Dalla lingua russa kasakin, è un tipico indumento della Russia Bianca. Simile ad una giacca, ma meno strutturata, fermata in vita da una cintura.
  • CERATA: Giacca lunga, con chiusure sul davanti e ai polsi, ermetiche all’aria e all’acqua, con abbinati pantaloni dalle stesse caratteristiche. Indispensabile a chi va per mare e pratica sport velici, la cerata fino a pochi anni fa era rigorosamente gialla e in tessuto impermeabile rigido.
  • DINNER JACKET: Locuzione inglese che significa letteralmente giacca da cena. L’espressione indica una giacca da sera maschile, nera o bianca o in altri colori.
  • DJELLABAH: Mantello con cappuccio originario del Marocco, lungo fino al ginocchio e oltre, provvisto di ampie e lunghe maniche e portato aperto al collo. Il capo era spesso profilato da una treccia e originariamente realizzato in cotone o lana.
  • DOLMAN: Capo maschile originario della Turchia, simile ad un cappotto lungo. Verso la metà dell’Ottocento, era un capospalla femminile di taglio militaresco con alamari e olivelle e profili in treccia di seta, spesso dotato di ampi baveri.
  • DOMINO: Mantello largo e lungo con cappuccio, all’origine solo nero, poi in tessuti preziosi e colorati, da indossare su capi importanti da sera. È tipico della città di Venezia.
  • ESKIMO: Così chiamato perché ricorda la giacca degli eschimesi, è un giaccone sportivo, ampio con cappuccio orlato di pelo, chiuso sul davanti da zip o alamari, in tessuto impermeabilizzato.
  • FICHU: Piccolo scialle, piegato a triangolo, che si porta sulle spalle o intorno al collo. Di grande moda nel 1700, ornava i decolletè che erano troppo profondi. Era in seta, mussola, batista o anche in tulle spesso bianco od ecrù.
  • HUSKY: La giacca da caccia più copiata al mondo, è in nylon trapuntata con colletto in velluto millerighe e chiusa con automatici a scatto.
  • GANDOMA: Ampio mantello di lana bianca o nera in cui si avvolgono i touareg per ripararsi dalle tempeste del deserto.
  • GILET: Corpetto aderente, senza maniche e abbottonato sul davanti, da portare sotto la giacca. Comincia ad apparire nell’abbigliamento maschile già nel 1600 che viene comunemente indicato anche un indumento in maglia di lana o cotone con o senza bottoni.
  • GURU: Parola indiana che significa maestro. Nel campo dell’abbigliamento maschile indica una casacca lunga fino quasi alle ginocchia con maniche lunghe e fornita di un collo a fascetta.
  • K-WAY: È il marchio francese di una giacca impermeabile, che fu prodotta per la prima volta negli anni ’60. Oggi questo indumento viene realizzato in vari modelli e con i materiali più disparati, sempre impermeabili con cappuccio, ripiegabile in una tasca-marsupio, con chiusura lampo e apertura solo per la testa.
  • LINEUSE: Piccola giacca femminile in lana o pizzo, da indossare stando seduti a letto, per proteggere le spalle.
  • NORFOLK: Giacca sportiva, usata in origine dal duca di Norfolk per andare a caccia, è fatta con tasche a toppa, spacco posteriore centrale, pieghe a cannone schiacciate simili a bretelle, martingala e cintura.
  • PARKA: Capo d’abbigliamento esquimese delle isole Aleutine, il parka è realizzato in tessuto impermeabile, spesso imbottito, chiuso sul davanti da una zip. Arriva a metà coscia e può avere un cappuccio a volte ornato di pelo. Creato in origine per lo sci e la montagna, fa oggi parte dell’abbigliamento casual.
  • PELLEGRINA: Mantello sia da uomo che da donna, in voga nell’Ottocento, ma già in uso nel Medioevo.
  • QUEXQUEMETEL: Tipo di blusa messicana pre-ispanica, tuttora usata largamente dalle donne, fatta con due pezzi di stoffa rettangolari che cadono sulle spalle come un mantello.
  • SAHARIANA: Modello di giacca da safari sviluppatasi nell’ambito bellico coloniale e poi presa come ispirazione per realizzare giacche sportive in cotone, lino o tessuto impermeabile. Normalmente ha quattro tasche a soffietto e una cintura in vita.
  • SCIALLE: Pezzo di tessuto di seta o altro tessuto di forma quadrata che, piegato in senso rettangolare o triangolare si porta sulle spalle o sulla testa o come ornamento degli abiti da sera.
  • SPENCER: Termine inglese che indica generalmente una giacca corta alla vita, mono o doppio petto, molto in voga nell’Inghilterra del ‘700 e che, con un bordo di pelliccia, era indossata dagli ufficiali di cavalleria. È tuttora un abito da cerimonia per ufficiali delle varie armi e in alcune occasioni è usata anche come abito formale.
  • SPOLVERINO: Soprabito leggero, un tempo usato durante i viaggi, prima in carrozza poi in auto, per proteggersi dalla polvere. Poteva essere confezionato in cotone o lana leggerissima.
  • STOLA: Negli anni ’60 era di gran moda indossare sugli abiti da sera o sui tailleur eleganti da pomeriggio una larga sciarpa di pelliccia diritta, leggermente modellata o arrotondata sul dorso.
  • TABARRO: Indica un ampio e lungo mantello maschile e, ancora oggi, in alcune regioni dell’Italia settentrionale questa terminologia viene utilizzata.

Glamour

Secondo i dizionari inglesi significa fascino, prestigio.
Oggi è sinonimo di stile, seduzione, evoca qualcuno che brilla di luce propria senza eccessi. 

Habillé

L’aggettivo francese significa letteralmente vestito. Nell’uso comune il termine indica un abito, un modo di vestire particolarmente elegante.

Handmade

Voce inglese composta da hand - mano e made - fabbricato. Manufatto, fatto a mano, riferito ad abbigliamento, accessori e pelletteria.

Illustratore di Moda

L'Illustratore di Moda è un disegnatore freelance che si occupa di realizzare figurini e disegni per riviste, collezioni, designer e cataloghi a tema moda.

Industria Conciaria

L'industria conciaria è il settore industriale che produce pelli e cuoio recuperando e valorizzando un sottoprodotto dell'industria alimentare: la pelle animale grezza proveniente dalla macellazione.
Il processo di lavorazione delle pelli è chiamato concia ed ha come scopo quello di trasformare la pelle putrescibile dell’animale in un prodotto imputrescibile, igienico, traspirante, resistente e durevole nel tempo.
Scoperta in modo casuale dagli uomini primitivi che notarono che se la pelle veniva affumicata o immersa nell’acqua con foglie e tronchi di albero durava più a lungo, queste piccole scoperte divennero nel tempo idee e sperimentazione che fondarono quella che noi conosciamo oggi come la storia della concia della pelle.
Le fabbriche dove si lavorano le pelli si chiamano concerie e si occupano dell’intero processo di concia,
sono aziende di medie - grandi dimensioni a causa dell’impiego di un ampia varietà di macchinari che ogni fase della lavorazione richiede.

Innovazione

L'Innovazione è la dimensione applicativa di un'invenzione o di una scoperta.
L'innovazione riguarda un processo o un prodotto che garantisce risultati o benefici maggiori apportando quindi un progresso sociale, anche se a volte non sempre efficaci e migliorativi rispetto a ciò che va ad innovare. In campo moda, l'innovazione è riferita alla tecnologie produttive, ai materiali e ai metodi di lavoro.

Intimo

  • BABY DOLL: Il nome deriva dall’omonimo film di Elia Kazan girato nel 1956 ed interpretato da Carol Baker nel ruolo di una moglie-bambina che indossava un succinto pigiamino e si leccava il dito. Il film fece adirare l’allora cardinale di New York, Spellman. Le lunghezze minime e le trasparenze sono le peculiarietà di questo indumento. A metà strada tra la biancheria intima e l’indumento da notte, dalla foggia vezzosamente infantile, è composto da una camicia scollata senza maniche e tanto corta da fare intravedere le mutandine ornate di pizzi e nastri, utilizzati anche allo scollo e all’orlo della camicia.
  • BODY SLIMMER: Biancheria intima che fa risaltare la figura.
  • BODY STOCKING: Tuta molto aderente tipo calzamaglia di cotone o lana che avvolge tutto il corpo.
  • BOXER: Voce inglese che significa pugile. Tipo di mutande da uomo di forma simile ai pantaloncini usati dai pugili.
  • BRA TOP: Top a forma di reggiseno. Lanciato da Madonna, è la divisa di tutte le teenagers. Cortissimo, praticamente sotto il seno lascia scoperto l’ombelico.Top a forma di reggiseno. Lanciato da Madonna, è la divisa di tutte le teenagers. Cortissimo, praticamente sotto il seno lascia scoperto l’ombelico.
  • CATSUIT: Tuta intera molto aderente, in lana o materiale stretch. Il nome deriva dal successo del famoso musical Cats.
  • DESHABILLE: Indumento femminile di varia forma, sciolta e quasi sempre lungo, realizzato in tessuto leggero, da indossare sulla camicia da notte nell’identica stoffa. Nella sua accezione più ampia il termine può anche significare una persona non totalmente in ordine e completamente vestita.
  • FOURREAU: Sottoabito di seta o raso che completa un abito trasparente.
  • PAGLIACCETTO: Compare nella prima metà del ‘900 come indumento infantile soprattutto estivo. In seguito è passato ad indicare un elegante indumento intimo femminile quasi sempre di seta, con corpetto e mutandine unite, di linea comoda e morbida.
  • PIGIAMA: Il termine deriva dalla lingua indiana PAJAMA e significa letteralmente copri gambe. Negli anni ’20 Chanel lo lancia come indumento elegante per le spiagge di Deauville e Biarritz. All’origine è solo indumento da notte, usato alla fine dell’ottocento dagli inglesi e dai viaggiatori tropicali. Importato in Europa dopo la grande guerra, lo portarono anche le donne al posto della camicia da notte.
  • TANGA: Tipo di mutandine consistenti in due triangoli di tessuto o pizzo, uno sul dietro e uno sul davanti uniti tra loro dall’elastico che si appoggia sui fianchi.
  • UNDERWEAR: Termine inglese composto da under=sotto e wear=vestito. Nel linguaggio comune viene usato per indicare la biancheria intima in genere.

Lectra

Lectra è un sistema per il disegno computerizzato (CAD) sviluppato dalla società francese Lectra, impiegato in diversi ambiti della progettazione industriale. Alcuni settori che fruiscono di tale sistema sono: abbigliamento, automotive e pelletteria.

Leitmotiv

Termine usato anche nella moda per indicare un capo particolare o un modello che ricorre spesso nel corso di una sfilata o una collezione di uno stilista da cui nascono poi altri modelli.

Look

Voce inglese che può significare sia sguardo, colpo d’occhio sia apparenza, aspetto. Nel campo della moda e dell’abbigliamento è un termine molto usato e può essere riferito sia ai suoi significati tradizionali sia a concetti moderni come quelli di stile o immagine.

Look e stili

  • BASIC: Termine inglese entrato in uso negli anni ’80 e che letteralmente significa fondamentale. Basic si usa per designare un abbigliamento di facile uso, pratico, disinvolto, di tono piuttosto sportivo. Si riferisce a prodotti semplici e accessibili a tutti. Un buon basico è costituito da jeans, T-shirt e scarpe da jogging.
  • CASUAL: Termine inglese riferito all’abbigliamento, indica un modo di vestire informale, pratico, disinvolto, identificato da jeans e capi altrettanto comodi per lo più destinati al tempo libero.
  • COUNTRY LOOK: Stile mutuato dal guardaroba dei cowboy, dei pionieri americani dei films western.
  • DARK: Stile metropolitano spontaneo degli inizi degli anni ’80. Nero solo nero con qualche punta di rosso. Gli elementi principali dell’abbigliamento dark sono: capelli rasati tinti in nero o rosso, trucco scuro e pesante, pizzi e merletti con borchie e croci.
  • ETNICO: Termine nato negli anni ’60 quando gli stilisti cercarono ed esperimentarono nuovi approdi estetici, ispirandosi appunto agli abiti di popoli lontani e sconosciuti. Abito etnico molto spesso è un abito semplice e comodo oppure abilmente realizzato ed elaborato, ma soprattutto ispirato agli abiti-costumi di popolazioni che non appartengono al mondo occidentalizzato, soprattutto dal: Sudamerica, Africa, Oriente, Isole del Pacifico. Questa è la condizione per cui si può parlare di etnico. Il messaggio multiculturale si è ormai profondamente radicato nella moda contemporanea.
  • EXECUTIVE: Termine nato negli anni ’60 quando gli stilisti cercarono ed esperimentarono nuovi approdi estetici, ispirandosi appunto agli abiti di popoli lontani e sconosciuti. Abito etnico molto spesso è un abito semplice e comodo oppure abilmente realizzato ed elaborato, ma soprattutto ispirato agli abiti-costumi di popolazioni che non appartengono al mondo occidentalizzato, soprattutto dal: Sudamerica, Africa, Oriente, Isole del Pacifico. Questa è la condizione per cui si può parlare di etnico. Il messaggio multiculturale si è ormai profondamente radicato nella moda contemporanea.
  • FOLK: Voce inglese che sta a significare popolo. Nel campo dell’abbigliamento indica uno stile ricavato dai costumi popolari o contadini.
  • GLAMMER LOOK: Modo di vestire generalmente trascurato venuto di moda a fine anni ’60. Composto da abiti usati, jeans molto vecchi e rotti, camicie e maglioni molto grandi, gioielli orientaleggianti.
  • GYPSY LOOK: Modo di vestire degli anni ’70 che si ispirava al mondo dei gitani.
  • GIRLIE LOOK: Tipo di abbigliamento ispirato alle Spice Girls che doveva esprimere il potere alle ragazze. Il look consisteva in abiti trasparenti e sexy (stile lingerie), stivali alla cavallerizza, capelli raccolti in trecce.
  • INDIAN LOOK: Moda in auge alla fine degli anni ’60, quando si affermò tra i giovani un abbigliamento arricchito di frange, profili, cinturoni e allacciature asimmetriche.
  • JUNGLE LOOK: Stile che diventa di moda agli inizi degli anni ’90, ispirato a quella militare (tute mimetiche, stampati che riprendono motivi e colori della foresta tropicale).
  • MAO LOOK: Forma tipica dei completi che si ispirano all’abbigliamento da lavoro della Cina di Mao: giacca lunga accollata, monopetto con il collo a listello.
  • NUDE LOOK: Ha preso piede sul finire degli anni ’60 lanciato da Saint-Laurent e da allora non è mai passato di moda. Lo caratterizzano tessuti leggeri e trasparenti, spacchi vertiginosi, altrettante scollature audaci e sederi appena velati.
  • OVERSIZE: Tipo di moda che è costituita da un taglio sopradimensionato rispetto alle misure del corpo.
  • SPORTSWEAR: Indica i capi di vestiario sportivi o per il tempo libero.
  • TOTAL LOOK: Espressione che definisce l'outfit completo di una griffe, dalle linee di abbigliamento agli accessori.
  • VINTAGE: Nella moda, il vintage è riproporre tutto quello che era di moda nel passato. L’etimologia del termine in originale deriva dalla vendemmia e di conseguenza anche vino d’annata. D’annata sono anche gli abiti riproposti dal vintage.

Made in Italy

Made in Italy è un'espressione utilizzata, a partire dagli anni 1980, per indicare la specializzazione internazionale del sistema produttivo italiano nei settori manifatturieri tradizionali.
È fondamentale in settori strategici della produzione italiana e motivo di vanto nel mondo, le 4A: Abbigliamento, Arredamento, Automotive e Meccanica e Agroalimentare.

Maglieria

Con maglieria si intende l'assortimento d’indumenti di maglia lavorati a mano o a macchina, così come la tecnologia e l’industria relative alla fabbricazione dei tessuti a maglia.

 

  • ARAN: Tipo di maglieria associato alle popolazioni delle isole omonime, al largo della costa occidentale dell’Irlanda. Realizzato in lana grezza, nella sua gradazione naturale di bianco, il maglione Aran ha come caratteristica motivi a rilievo come trecce-nodi. Tradizionalmente usato per maglioni, dalla metà del ventesimo secolo è usato anche per cardigan, soprabiti e sciarpe. 
  • ARGENTINA: Maglione accollato a girocollo, dritto e quasi rettangolare, con maniche lunghe all’attaccatura ampia realizzata in vari filati.
  • BULKY: Maglioni di lana portati in forma oversize.
  • CARDIGAN: Dal nome del conte di Cardigan, comandante della cavalleria inglese durante la guerra di Crimea. si tratta di una giacca di maglia di lana, senza collo nè risvolti, con maniche lunghe e abbottonatura sul davanti, indossata dal conte di Cardigan e da altri ufficiali durante la guerra di Crimea.
  • DOLCEVITA: Dicitura proveniente dal film di Federico Fellini che indica un pullover leggero, aderente e a collo alto, indossato dal protagonista del film, un reporter interpretato da Marcello Mastroianni.
  • FAIR ISLE: Maglione dai disegni geometrici e multicolori portato alla ribalta dal principe di Galles, il futuro re Edoardo VIII°, negli anni ’20. Prende il nome dall’arcipelago delle isole Shetland. Oltre i disegni geometrici, questo maglione è caratterizzato da un girocollo molto allargato.
  • LUPETTO: Maglia maschile e femminile realizzata nei materiali più diversi, caratterizzata dal collo che ben aderente sale fino a metà gola e non è doppiato.
  • POLO: Camicia di tessuto a maglia, con colletto e ribattitura anteriore abbottonata fino a metà petto, usata dai giocatori inglesi di polo già all’inizio del secolo. Generalmente di lana o di cotone, può avere maniche lunghe o corte.
  • TWIN SET: Voce inglese dove set sta per completo composto da due capi gemelli twin, in maglia eseguiti nello stesso colore e con lo stesso filato, di cui uno è una maglietta solitamente con maniche corte, l’altro un golfino aperto davanti e allacciato con bottoni.

Maison

Maison è il termine francese per Casa di Moda che individua, nello specifico, industrie ed aziende più o meno storiche che perano in campo moda. 

Merceologia

La merceologia è la disciplina che studia la natura, le proprietà, la qualità, la destinazione, la conservazione, le tecniche di imballaggio, la commerciabilità di qualsiasi tipo di merce.

La moda detta anche, storicamente costume, nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Dopo la preistoria l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari.
Con moda si intende anche il complesso delle attività artigianali, industriali e commerciali che trattano l'abbigliamento e i suoi accessori.
con la parola moda viene individuato anche il complesso di atteggiamenti, consuetudini, modelli di comportamento che si affermano a livello collettivo come attuali e adeguati al gusto del momento, in relazione a un determinato periodo storico e a una determinata area geografica e culturale.

Il modellista è un tecnico specializzato che esegue fedelmente i modelli dei figurini, consentendo la agevole realizzazione dei capi.

Modellistica

La modellstica è lo studio della tecnica e dell'attività del disegnare per creare modelli e rendere quindi fruibile un'idea per la realizzazione pratica.

Modello

Un modello, o modella al femminile, è la persona che un artista ritrae nella creazione della propria opera figurativa e, più in particolare, colui che per professione posa a favore di un artista. Nel campo della fotografia è in uso il termine fotomodello, mentre il professionista che sfila in specifiche occasioni per mostrare al pubblico abiti e accessori di moda è chiamato indossatore.

Modista

Il termine modista è oggi riservato a chi crea, confeziona, orna cappelli per donna, nelle più svariate forme e in diversi tessuti, da foggia particolare a feltri e paglie.

Moodboard

Il Moodboard è la rappresentazione visiva di una selezione d' immagini, parole e materiali, (può essere presentata cartacea o su computer)
ha lo scopo di tracciare una “mappa d’ ispirazione” cioè rappresenta il punto di partenza per progettare una collezione. Naturalmente può essere modificato in parte durante lo sviluppo del progetto, ma non dovrebbe essere stravolto.

Pantaloni e calzoni

  • BAGGY PANTS: Calzoni oltre misura, pieni di tasche e da indossare senza cintura. Sono tornati di moda con il trionfo dell’oversize comodo. Si ispirano agli abiti da lavoro, all’abbigliamento dei danzatori in prova, alle divise dei carcerati. Per le ultime generazioni sono soprattutto il simbolo di un modo di vestire molto ribelle e trend. Si portano appoggiati sui fianchi in modo da intravedere l’intimo.
  • BELL BOTTONS: Pantaloni nati per le divise della marina sono stati l’emblema di una intera generazione a cavallo tra gli anni ‘60/’70. Il taglio della gamba si allargava sul fondo tanto da ricordare la zampa di un elefante.
  • BLOOMERS: Pantaloni alla turca da portare sotto un’ampia gonna al ginocchio. Lanciati dalla femminista americana Amelia Bloomer nella seconda metà dell’Ottocento per contrastare la moda imperante delle crinoline.
  • BUMSTER: Pantaloni a vita bassa tanto da lasciar intravedere il sedere. Furono lanciati negli anni ’90 da Alexander McQueen.
  • CARGO PANTS: Pantaloni di taglio disinvolto e sportivo, larghi e comodi, con grandi tasche laterali applicate e coulisse in vita.
  • HIPSTER: Calzoni a vita bassa, che si appoggiano aderenti ai fianchi lasciando scoperto l’ombelico. Già di moda negli anni ’60, anche se in maniera più pudica di ora.
  • HOT PANTS: Pantaloncini molto corti che coprono appena il sedere.
  • KNICKERBOCKERS: Calzoni alla zuava fermati sotto il ginocchio con un bottone o una fibbia, del tipo che usavano gli immigrati olandesi in terra americana e che fondarono Nuova Amsterdam divenuta poi New York.
  • SHORT: Pantaloncini corti, in origine parte del vestito maschile, indossati dalle donne in versione di differenti lunghezze, dagli anni ’20 in poi.
  • ZAMPA DI ELEFANTE: Sono i classici pantaloni dei marinai americani. A vita bassa, stretti fino al ginocchio, da lì si aprono in una svasatura più o meno ampia, che imita la zampa d’elefante.
  • ZUAVA: Linea di pantaloni corti e larghi, serrati sotto il ginocchio con dei lacci o ganci. Anche linea di giacca degli anni ’20.

Premiere

La Premiere è un ruolo sartoriale per i capi di alta moda, una sorta di traduttrice, tra lo schizzo dello stilista e il modello in tela, fissa, che viene provato alla modella d’atelier. Ogni buona sartoria ne ha almeno cinque a seconda degli abiti da creare.

Produzione

Con produzione si intende la realizzazione in grandi quantità dei capi scelti ed ordinati durante l'esposizione delle serie di campionario da parte degli agenti o presso gli show room.

Prontisti

I Prontisti sono piccole aziende che, con la logica della tempestività di consegna, si contrappongono all’industria di maggiori dimensioni, organizzata in tempi più lunghi, proponendo prodotti di moda di qualità più scarsa, ma dal prezzo più contenuto.

Ready to Wear

Ready-to-Wear spesso abbreviato in RTW, utilizzato in Inglese con il significato di prêt-à-porter tradotta letteralmente significa "pronto da portare", indica nel campo della moda il settore dell'abbigliamento costituito da abiti realizzati non su misura del cliente ma venduti finiti in taglie standard, pronti per essere indossati.

Redazionale di Moda

Il Redazionale di Moda è una breve storia per immagini raccontata per raffigurare una tendenza o una stagione di utilizzo, che ha una durata limitata nel tempo e che è rivolta al solo target di lettori della rivista stampata o online.

Ricerca Tendenze

La fase di Ricerca Tendenze è fondamentale per la riuscita di tutto il processo creativo di realizzazione di collezioni di moda e di vendita di prodotti finiti.
La Ricerca Tendenze, infatti, ha lo scopo di intercettare e di anticipare i cambiamenit di gusto, di pensiero e sociali di ogni parte del mondo, secondo il proprio bacino d'utenza. La ricerca, fonda le proprie radici nei dati sulle abitudini di consumo e gli stili di vita dei consumatori.

Rive Droite

Termine che si fa risalire alla nascita della Haute Couture, quando Worth creò la sua maison in Rue de la Paix nel 7° Arrondissement a destra della Senna.
In questa parte di Parigi che approdarono poi tutte le grandi case dell’alta moda: Poiret, Chanel, Schiapparelli, Balenciaga e molti altri. 

Rive Gauche

La crisi della Haute Couture degli anni ’60, portò alcuni sarti e couturier ad attraversare il fiume e portarsi sulla riva sinistra della Senna.
Il primo fu Yves Saint Laurent a cui seguirono molti altri fino al 1997 con l’apertura simultanea di una succursale di Dior e un negozio di Giorgio Armani.
 

Sartoria

Con sartoria si intende il laboratorio, la bottega artigiana in cui si confezionano abiti, così come l'arte e tecnica del cucire abiti, tipicamente nelle mani di un sarto.

Scheda tecnica

La scheda tecnica è un modulo stampato usato per raccogliere o annotare dati; nell'ambito dell'abbigliamento, la scheda tecnica è un modulo che riporta tutti i dati inerenti la costruzione di un capo, le sue caratteristiche, le sue misure ed ulteriori informazioni che possono servire per il confezionamento corretto del capo.

Seamless

La tecnologia Seamless, concetto molto innovativo nella produzione d’abbigliamento, consente di realizzare capi totalmente privi di cuciture.

Sewing Machine - Macchina da Cucire

Sewing Machine, traduzione di macchina da cucire è un'apparecchiatura meccanica o elettromeccanica impiegata per unire mediante una cucitura, stoffe o pelli attraverso il passaggio di uno o più fili di cotone o altri materiali per mezzo di un ago oscillante in modo alternato dall'alto verso il basso.

Stampe, motivi e decorazioni

  • ANIMAL PRINT: Tendenza stilistica in voga fin dagli anni '30 che usa tessuti e maglieria stampati con disegni e colori che riproducono la macchia dei felini e dei rettili.
  • ARABESCO: Tessuto che ripropone nei disegni lo stile dell’Arabia Saudita.
  • ARGYLE: Classico motivo a rombi o losanghe, ottenuto con l’intarsio a jacquard tipico dei calzettoni o dei maglioni scozzesi. Viene usato soprattutto in maglieria.
  • BATIK: Tessuto, derivato dal procedimento per colorare stoffe con disegni originari dell’Indonesia. Si spande la cera sulle parti disegnate, quindi la tela viene immersa in un bagno di colore, essiccato il colore e sciolta successivamente la cera, il disegno risalta. 
  • BEDFORD CORD: Tessuto pesante in cotone equivalente al velluto a coste.
  • CAMOUFLAGE: Disegni a colori mimetici e tessuti stampati a macchie irregolari, spesso nei toni dei verdi, marroni e beige.
  • CHECK: Qualsiasi disegno a quadri del tessuto.
  • CHINE: Tessuto, soprattutto di seta, screziato, variegato, striato con disegni sfumati e contorni imprecisi, ottenuto con la stampa del motivo sui fili dell’ordito prima della tessitura.
  • DAMASCO: Tessuto ottenuto con disegni lucidi su fondo opaco, a motivi geometrici o floreali. Il damasco è sempre in tinta unita, mentre i tessuti damascati sono lavorati come il damasco, ma con filati di colori diversi.
  • DEVORE: Tecnica di lavorazione su velluto, praticabile anche su merletto e tessuto con i motivi ornamentali desiderati che si realizza usando un prodotto chimico che attacca la superficie lasciando il disegno voluto.
  • EFFETTO MINUTO: Si usa per indicare un tessuto con disegni a soggetti piccolissimi, tanto da sembrare quasi una tinta unita.
  • FIAMMATO: Tessuto con ingrossamenti irregolari che solitamente vengono considerati come difetti tecnici.
  • FILIGRANA: Decorazione di filo metallico finissimo in oro o argento, ritorto ed intrecciato.
  • GESSATO: Tessuto di lana pettinata o flanella, disegnato a sottili righe verticali chiare che sembrano appunto tracciate con il gesso.
  • GOBELIN: Tessuto ad arazzo intrecciato a mano o tessuto operato simile agli arazzi che riproduce quadri, dipinti a soggetti floreali, attraverso diverse trame ed orditi che danno vita a molteplici effetti e colori.
  • IMPRIME: Qualsiasi tessuto stampato, anche se gli imprimè più famosi sono quelli di seta o chiffon.
  • INFORMALS: Tessuti stampati con motivi astratti.
  • IRISE: Tessuti con riflessi madreperlacei.
  • JACQUARD: Stoffe di lana, cotone o altre fibre con effetto damascato.
  • LAME: Tessuti eseguiti con l’introduzione di fili metallici, oggi laminati sintetici piatti, lucentissimi e molto resistenti.
  • LAMPASSO: Tessuto di seta originario dalla Cina, a grandi disegni colorati su sfondi cupi impiegato per tappezzerie ed arredamenti, ma anche per paramenti ecclesiastici.
  • MELANGE: Filato ottenuto mischiando fibre di vari colori, normalmente bianche e nere o bianche e brune.
  • OMBRE: Termine usato per indicare un tessuto o un filato tinto in più gradazioni dello stesso colore da chiaro a scuro e da scuro a chiaro in una conseguenza ricorrente.
  • NIDO D’APE: Tessuto di lino, cotone o anche lana, con armatura che crea un disegno geometrico, a righe in rilievo, alternando incavi incrociati, che assomiglia alle cellette dell’alveare delle api.
  • PAISLEY: Particolare disegno orientale ricorrente sugli scialli a partire dall’Ottocento. Il disegno ripropone la pigna cachemire. 
  • PATCHWORKPatch - Pezza, toppa e Work - Lavoro. Stoffa di stile campagnolo, in genere a grossi quadri, che si ottiene cucendo assieme ritagli di tessuti differenti.
  • PIED DE POULE: Tessuto in cui i fili di trama e ordito di colori diversi formano una specie di scacchiera. Il nome si riferisce all’effetto ottenuto, simile alle impronte delle zampe di pollo.
  • PLUMENTIS: Tessuto molto leggero di cotone ricamato a piccolissimi pois in rilievo.
  • POIS D'ESPRIT: Tulle ricamato a piccolissimi puntini. 
  • PROVENZALE: Tessuto di cotone a fondo scuro, nero, blu, rosso, marrone con stampati piccoli fiorellini bianchi o colorati. 
  • QUADRI: Motivo ornamentale per tessuti promosso dai proprietari terrieri scozzesi a partire dall’Ottocento in alternativa al tartan. I quadri comunque, sono stati adattati ai disegni tradizionali dei clan, basandosi sui colori e sui motivi tartan. 
  • RAMAGES: Si chiama tessuto a ramages quando su di una stoffa sono presenti rami e fiori più o meno stilizzati.
  • RUCHE: Striscia di tulle, pizzo, seta o altro materiale leggero, di varia altezza, arricciata o pieghettata, usata come ornamento e applicata su colli, tasche, orli e maniche di indumenti femminili.
  • TARTAN: Caratteristico disegno colorato a quadri o a fasce, delle stoffe usate dai clan scozzesi. Il nome deriva da un ampio scialle, appunto il tartan, usato sempre dai clan scozzesi.
  • ZEBRATO: Si dice di un disegno a strisce trasversali e irregolari chiare e scure bianche e nere che imitano il mantello della zebra.

Stategie Creative per la Moda

Le Stategie Creative per la Moda costituiscono il complesso percorso strategico che ha il fine di identificare le azioni creative che contribuiscono alla formazione dell’immagine di moda. È molto diversa dalle strategie creative di un qualsiasi prodotto perché la moda ha un comportamento che esula dalle normali forme di comunicazione e si esplicita solamente attraverso l’immagine (senza descrizioni scritte).

Chi progetta, crea e disegna i modelli di una collezione di abiti, di accessori o di prodotti industriali di serie. Si occupa, affiancato dall'ufficio stile e dall'ufficio marketing che si interfacciano con tendenze e costi, di interpretare e dettare gli stili in voga e realizzare collezioni in linea.

Storia del Costume

La Storia del Costume è l'analisi di come l'uomo si è impaginato e disegnato, in termini d'immagine e atteggiamento, attraverso il tempo, nel contesto sociale e territoriale di riferimento

Storico del Costume

Lo Storico del Costume è uno studioso dell'abbigliamento e delle usanze dei popoli attraverso il tempo e l'emotività sociale: con riferimento al ruolo nel contesto collettivo e nella espressione individuale consona al concetto di appartenenza etnica. Più di recente come mutazione imposta dall'universo fenomenologico della moda con accezione al valore edonistico dell'esprimersi tra distinzione e riconoscibilità sociale.

Taglia

La taglia è un'unità del sistema di numerazione usato in abbigliamento che riporta le misure, le proporzioni e la statura delle persone.

Tessuti, fibre, pellami e pellicce

  • ACETATO: Tessuto di fibre di acetato di cellulosa, usate anche in mischia con cotone, viscosa, seta, inventato in Germania nel 1869. L’acetato è usato in tutta la moda femminile per il suo aspetto simile alla seta. L’acetato può essere lucido od opaco, ha una mano morbida, è elastico e ha il vantaggio che non si stropiccia, non si restringe e asciuga in fretta.
  • ACRILICO: Fibra sintetica messa a punto negli Stati Uniti nel 1947; è tra le fibre la più leggera, resistente alla luce, ed ad ogni condizione climatica. Non infeltrisce, non si stropiccia, asciuga in fretta e non deve essere stirata. Per la sua capacità di trattenere il calore, è una fibra usata nell’abbigliamento invernale. 
  • AERTEX: Tessuto di cotone a nido d’ape, introdotto in Inghilterra alla fine dell’Ottocento, oggi è usato per l’abbigliamento casual.
  • AGAVE: Fibra tessile che si ricava dalle foglie dell’omonima pianta grassa e che viene utilizzata per la fabbricazione di cordami.
  • ALPACA: Pelo dell’omonimo animale, della famiglia dei camelidi, originario delle regioni delle Ande Sudamericane. Viene qualificato come lana, è impiegato nella fabbricazione dei tessuti che portano questo nome.
  • ALCANTARA: È un tessuto molto fine e costoso, ha l’aspetto del camoscio o del velluto e si tratta come la pelle. Resistentissimo, non si stropiccia, si può stampare e ricamare. Impermeabile, è ideale per capospalla con interno di pelliccia.
  • ASTRACKAN: Conosciuto anche come agnello di Persia o, più semplicemente persiano, è il vello dell’agnello Karakul allevato in Russia. Il termine viene anche usato per definire una stoffa pesante, in maglia o tessuto, la cui superficie è costituita da una fitta trama di riccioli, che imitano il vello dell’animale.
  • BAIADERA: Tessuto stampato a fasce multicolori parallele e in contrasto. In origine era solo in seta, poi in altri filati quali il cotone ed il rayon.
  • BATISTA: Tessuto di cotone o lino molto fine e morbido e trasparente, spesso usato per la confezione di capi di biancheria intima. Secondo la tradizione il nome deriva da Baptiste de Cambrai che produsse per primo questo tipo di stoffa nel secolo XIII°.
  • BEMBERG: Fibra naturale elastica, resistente e facile da tingere, che appare alla fine dell’Ottocento come sostitutiva della seta.
  • BISSO: Il filato omonimo, leggero e finissimo, deriva dai filamenti setosi e lucenti secreti da alcuni molluschi bivalve. I filamenti si cardano, filano, tessono come la seta e si ottiene così una stoffa soffice, delicata e morbida. 
  • BOUCLÈ: Fibra in molteplici materiali che si arriccia in superficie e ha molteplici usi in sartoria e maglieria. Famoso quello per i tailleur di Chanel.
  • BOURETTE: Tipo di tessuto realizzato con i cascami di seta che vengono scartati dal ciclo della lavorazione e che conferiscono alla superficie una caratteristica irregolarità.
  • BROCCATO: Dal verbo broccare, che in campo tessile significa ornare una stoffa con una tessitura a rilievo, il broccato è una preziosa stoffa lavorata con tessitura a jacquard, caratterizzata da disegni intessuti in rilievo, di solito fiori o figure in fili di seta, oro o argento. Il broccatello è più leggero del broccato e con rilievo meno accentuato.
  • BULGARO: O cuoio di Russia, è un pellame ottenuto dalla concia di pelli di cavallo, trattate con corteccia di pino, betulla, salice. È impermeabile ed emana un caratteristico aroma.
  • CACHEMIRE: Pregiata fibra naturale pettinata, ricavata dal vello della capra Kashmir che vive nella Mongolia Centrale, in Iran, Iraq, Turchia, Afghanistan, è da sempre sinonimo di lusso.
  • CALICOT: Tela di cotone molto leggera, greggia o stampata, originale di Calcutta da cui prende il nome, è usata per abiti da lavoro e per il tempo libero. In italiano è sinonimo di cotonina.
  • CAMMELLO: Fibra di lana. Il pelo del cammello dà origine ad un filato pregiato. È tratto dal sottopelo che in primavera si stacca naturalmente. I raccoglitori che seguono le carovane hanno un ruolo determinante nell’approvvigionamento della fibra. I peli più pregiati vengono dalla Mongolia e dal Golfo Persico. La lana dei cammelli e dromedari è rossiccia e morbida nelle tonalità naturali.
  • CANAPA: Fibra tessile estratta mediante macerazione e battitura dalla pianta omonima. Originaria dell’Asia Centrale, è coltivata oggi in molte regioni temperate come l’Europa e l’Italia. Se ne ricava un filato resistente e un tessuto dall’aspetto ruvido, a superficie irregolare, molto consistente.
  • CANAPINA: Tela di canapa, o anche di lino, più o meno fine e apprettata, si usa per imbottiture di giacche e per rinforzo nei pantaloni.
  • CANNETE': Voce francese che significa pieghine a forma di cannuccia. Tessuto con sottili coste in rilievo un poco più marcate del gabardine.
  • CASENTINO: Tessuto di lana pesante, ruvido al tatto, rustico all’aspetto, talora mosso da alcuni brevi riccioli. Prende il suo nome dal luogo di origine, il Casentino, regione montana della Toscana nell’alta valle dell’Arno. Originariamente veniva tessuto in soli due colori: un caldo arancione e un vivido verde bandiera.
  • CASCAME: Residuo o scarto o sottoprodotto della lavorazione tessile. I cascami vengono talvolta impiegati per ottenere effetti speciali in filati e tessuti.
  • CHARMEUSE: Termine di gergo commerciale usato per definire un tipo di tessuto ad armatura raso, caratteristico per il diritto lucente e il rovescio opaco. Questo tipo di tessuto era molto usato negli anni ‘30/’40 per abiti da sera nei pesi consistenti e per biancheria intima nei pesi più leggeri.
  • CHEVREAU: Pelle di capretto usata per confezionare cinture, borsette e scarpe, conciata al cromo e lucidata.
  • CHIFON: Termine francese per velo, mussola. Tessuto di seta o fibre sintetiche, solitamente portata in vari strati e a tinte delicate. Tessuto trasparente in armatura a tela a base di filati fortemente torti: è estremamente leggero ma resistente oltre ad avere una mano soffice.
  • CHINZ: Termine che nella sua derivazione dalla lingua indu indica l’origine indiana di questo tessuto di cotone stampato, che un sottile strato di amido rende lucido ed impermeabile. Usato nell’arredamento già nel ‘600, stampato in accordo al gusto dell’epoca a fiori, frutta e coloratissimi uccelli. Il chinz, dal tempo della dominazione inglese in India, cominciò ad essere prodotto in Inghilterra ed Irlanda e di qui si diffuse in tutta Europa.
  • CINCILLA’: Soffice pelliccia, dal pelo fitto e lungo, dell’omonimo roditore originario della catena delle Ande. Il pelo è di solito grigio chiaro con una striatura nera che percorre tutta la lunghezza della coda.
  • CINIGLIA: Tessuto con una superficie particolare simile al velluto ma con il pelo alto e spugnoso. Fu inventata in Francia nel ‘600 ed è ricavata da un filato ritorto che ha inserite tra i capi delle fibre vellutate.
  • COIRA: Fibra naturale grossolana e di colore bruno, ottenuta dalle fibre del guscio della noce di cocco.
  • COTONE: Fibra tessile ricavata dalla peluria che ricopre i semi dell’omonima pianta. Il tessuto che si ottiene viene usato per ogni tipo di indumento, sebbene si addice maggiormente all’intimo e alla realizzazione di capi leggeri per la stagione estiva.
  • CREPE: Tessuto di vario peso, ottenuto con filato fortemente ritorto, con un aspetto granuloso e rugoso:
  • CREPE DE CHINE: Non trasparente, morbido e liscio, lucido od opaco, spesso stampato.
  • CREPE GEORGETTE: Tessuto liscio, trasparente a grana finissima, è il più tipico e leggero di tutti i crepe.
  • CREPE MAROCAIN: E’ il più pesante, con trama leggermente in rilievo che crea un effetto di sottili costine.
  • CRETONNE: Dal nome di Creton, cittadina della Normandia. Robusta tela di cotone di peso medio, generalmente stampata, usata a volte anche nella camiceria maschile.
  • CRINE: Dal latino “crinis”, capello. Pelo della criniera o della coda del cavallo o di altro animale con cui si realizza un tessuto rigido utilizzato come supporto interno di indumenti, quali giacche e cappotti.
  • DAMASCO: Tessuto operato in effetto damasco, è ottenuto con disegni lucidi su fondo opaco, a motivi geometrici o floreali. Di origine cinese, attraverso l’India e la Persia giunse a Damasco in Siria, che nel Mediterraneo era il più importante centro tessile. Il damasco è sempre in tinta unita, mentre i tessuti damascati sono lavorati come il damasco ma con filati di colori diversi.
  • DENIM: Tessuto di cotone a trama diagonale a fili bianchi e blu, da cui l’origine del termine.  Grazie alla sua robustezza, durata, lavabilità e  facile manutenzione è associato dalla sua nascita all’abbigliamento da lavoro. La produzione di massa di jeanseria, dagli anni ’70 in poi, lo elegge a divisa giovane per eccellenza.
  • DRALON: Fibra sintetica, di produzione tedesca, nelle sue caratteristiche simile alla lana.
  • DRAP: Panno molto fine di lana pettinata, morbido, setoso, adatto per abiti da sera. Il drap pettinato è adatto per abiti eleganti e da cerimonia, come lo smoking e il frack, il cardato per soprabiti da uomo.
  • DRILL: Tessuto di cotone molto robusto e pesante, simile al denim ma più leggero. Nel passato era usato per la confezione di divise militari o abiti coloniali.
  • ERMELLINO: L’ermellino appartiene alla famiglia delle donnole, però è più grosso e ha la coda più lunga terminante in un ciuffo nero. Durante l’inverno l’animale cambia pelo e dal colore bruno che ha normalmente acquista un colore bianco candido, tranne la punta della coda che rimane nera. Un tempo veniva usato solo per manti regali, ed era infatti il simbolo della regalità. Le migliori pellicce di ermellino provengono dal nord della Siberia.
  • ECRU’: Indica un tessuto crudo o filato allo stato greggio. Può anche essere usato per indicare il colore naturale di un filato.
  • EPONGE: Termine francese per spugna, riferito ad un tipo di tessuti spugnosi, porosi e morbidi molti dei quali in cotone, popolari sino dagli anni ’30, per l’abbigliamento estivo e da spiaggia.
  • ETAMINE: Tessuto in tela, di cotone o fibre sintetiche. Molto leggero e trasparente, ma robusto. E’ usato come rinforzo in sartoria, nei tendaggi o come supporto per ricami.
  • FAILLE: Tessuto di seta o fibre sintetiche, di aspetto simile al taffetà, ma a grana più marcata, con coste evidenti in diagonale. Viene usato per abiti da gran sera.
  • FELPA: Tessuto di cotone più o meno pesante, con un lato peloso, morbido e vellutato. Dà il nome ai capi confezionati in questo tessuto, dalle felpe per jogging e ginnastica, ai maglioni elementi indispensabili del vestire casual. Hanno fatto epoca negli anni ’60 le felpe con stampato il nome delle università americane.
  • FELTRO: Già conosciuto dai Sumeri. Materiale non tessuto ma ottenuto pressando un intreccio di peli o fibre animali, dopo averlo trattato con vapore o particolari sostanze chimiche. Il feltro usato per abbigliamento e accessori, dà anche il nome ad un cappello classico, sia maschile che femminile, con falda rialzata e cupola ornata da un nastro in gros grain.
  • FIANDRA: Tessuto in lino molto pregiato, proveniente dalle Fiandre. Fabbricato su telai, che creavano un disegno geometrico o floreale, in origine era usato solo per la biancheria da tavola o da bagno.
  • FILANCA: Nome commerciale di una fibra sintetica, elastica e opaca di mano morbida. Molto usata per la calzetteria e per i costumi da bagno.
  • FLANELLA: Tessuto di lana o cotone rifinito con particolari finissaggi.
  • FLISELLINA: Impasto di fibre artificiali e sintetiche, simile ad un feltro ma sottilissimo e reso rigido con appretti, prodotto espressamente per rinforzo di abiti.
  • FRESCO: Tessuto di lana particolarmente leggero per abiti estivi da uomo e da donna.
  • FUSTAGNO: Tessuto di cotone poco pregiato, molto robusto e con l’aspetto che ricorda le pelli scamosciate.
  • GABARDINE: Tessuto resistente ad armatura diagonale con struttura serrata, liscia e ben rasata. Può essere costituito da fibre naturali come lana e cotone oppure sintetiche e può essere di diversi pesi. Molto usato per la confezione di pantaloni, gonne, impermeabili.
  • GARZA: Nome originario da Gaza in Siria, è un tessuto leggero in cotone, seta, lana. Trasparente e sottile, irregolare e morbido, a trama aperta e rada.
  • GIAGUARO: Detto anche tigre d’America. E’ un felino da cui si ricava la pelliccia di colore fulvo, con macchie nere piene o ad anelli, con all’interno macchie più piccole.
  • GRANITE’: Termine per indicare un tessuto di lana granuloso al diritto e liscio al rovescio.
  • GRISAGLIA: Termine generico per indicare qualsiasi tessuto specialmente in lana con filati grigi o con effetto grigio.
  • GROS-GRAIN: Espressione francese che sta a significare a grana grossa. Tessuto compatto di solito in seta e in forma di nastro o di fettuccia con pronunciate nervature.
  • GUANACO: Lama delle Ande non addomesticabile. Fibra tessile ricavata dall’omonimo animale, che ha un mantello giallo rossiccio.
  • HIMALAYA: Tessuto di cotone tipo tela con fiamme irregolari in trama simile a quello dello shantung.
  • IKAT: Tipo di tessuto di seta prodotto a Giava, Sumatra ed Indonesia.
  • INDIANA: Tela a colori vivaci, solitamente di cotone o di altra fibra.
  • INTERLOCK: Tessuto di cotone a maglia molto simile al jersey di lana.
  • IUTA: Fibra tessile ricavata da una pianta della famiglia delle tigliacee, analoga alla canapa, utilizzata per farne cordami, spaghi, sacchi. E’ coltivata prevalentemente in India e nel Pakistan.
  • JERSEY: Tessuto di maglia, morbido ed elastico che si cominciò a diffondere nell’ottocento nell’isola di Jersey per capi sportivi e comodi.
  • KARACUL: Pelliccia nera e ricciuta ottenuta dalla pecora da cui prende il nome, originaria delle regioni meridionali della Russia.
  • KASHA: Tessuto di maglia morbido e setoso, ottenuto dalla mischia di lana e vello di capra.
  • KARNAK: Cotone egiziano molto pregiato che ora non viene più coltivato. Si continua però ugualmente ad usare il termine karnak per i cotoni finissimi e pregiati.
  • KEFIYEH: Indica un telo di stoffa tessuto a piccoli rombi geometrici, usato come copricapo dai beduini, è anche simbolo della lotta palestinese per l’indipendenza da Israele.
  • LAMBSWOLL: Lana di agnello inglese, particolarmente soffice e pregiata, usata per confezionare tessuti o maglie molto delicate. Questa lana proviene da un agnello di 6/8 mesi, tosato per la prima volta e quindi di qualità finissima, e le sue fibre sono chiuse all’apice perché mai tagliate prima.
  • LANITAL: Fibra artificiale tratta dalla caseina del latte. Scoperta nel 1935. Essendo l’anno delle sanzioni e dell’autarchia che propagandava l’autosufficienza dell’Italia, fu prodotto dalla SNIA viscosa.
  • LEACRIL: Fibra sintetica prodotta in Italia. Ha molti vantaggi: è resistente e morbida, leggera, soffice ed elastica.
  • LENCI: Panno leggero e compatto di vari colori. Prende il nome dalla ditta fondatrice che per prima lo produsse a Torino. Il panno viene impiegato per la confezione di pupazzi e orsacchiotti.
  • LINO: Una delle più antiche fibre vegetali conosciuta fino dal 6000 a.c. Venne fin dall’antichità consacrato tessuto regale e destinato alle vesti regali e sacerdotali. Per secoli è stato legato a rituali divini. Dalla pianta del lino si estraggono fibre destinate alla filatura e tessitura e grani oleosi impiegati a scopi industriali e medicinali.
  • LUREX: E’ il marchio di una fibra metallica introdotta sul mercato americano negli anni ’40. E’ sempre in mischia con lana, seta o cotone.
  • MACRAME’: Di origine araba come nome e come lavorazione, è un pizzo molto pesante e consistente, formato da una serie di nodi e intrecci.
  • MADAGASCAR: Tipo di seta rarissima ma molto pregiata, che si ricava dalla bava di un ragno che vive appunto in Madagascar.
  • MADRAS: Tessuto leggero di cotone originario dall’omonima città dell’India prodotto a righe o a quadri, viene usato prevalentemente in camiceria.
  • MAKO’: Varietà pregiata di cotone egiziano, di colore giallo-rossiccio. E’ così denominato dal suo primo coltivatore da cui prese il nome Makò Bey. Oggi si dà questo nome a tutto il cotone proveniente dall’Egitto.
  • MATELASSE’: Indica quei tessuti di lana o seta leggermente imbottiti e trapuntati.
  • MERINOS: Razza di pecore originarie della Spagna che è stata esportata e incrociata in tutto il mondo. Famosissima per la finezza del suo vello.
  • MAROCCHINO: Tipo di cuoio ottenuto, conciando pelli di pecora, capra o montone con una concia vegetale chiamata sommacco.
  • MOHAIR: E’ il pelo della capra d’angora allevata nella regione anatolica, nel nord Africa, nel Texas, in Messico. E’ pelo fine, soffice, lungo, lucente anche dopo la tintura.
  • MOIRE’: Indica un tessuto di seta a riflessi cangianti, che presenta marezzature. Usato per abiti da gran sera.
  • MONGOLIA: Pelliccia ricavata dal vello del montone o dell’agnello provenienti dalla Mongolia, con un pelo molto folto, lungo e ricciuto. All’origine solo bianca e beige è stata tinta in tutti i colori. Molto di moda nell’abbigliamento etnico degli anni ’70.
  • MOUFLON: Tessuto usato soprattutto per cappotti, è a pelo lungo, molto folto, caldo e soffice. Il nome deriva dalla pecora selvatica simile alla capra che vive in regioni impervie dell’Europa Meridionale.
  • MUSSOLINA: Tessuto leggero, finissimo trasparente anche se lievemente croccante per la sua semplice armatura a tela, grazie al suo filo ritorto. Originario della città di Mossul in Iraq da cui prende il nome, può essere realizzato in cotone, seta o lana.
  • NABUK: Varietà di cuoio scamosciato dall’aspetto robusto ma dalla mano vellutata, ricavato dal cervo o dall’alce.
  • NANCHINO: Stoffa di colore giallo marrone e di cotone, in origine tessuta a mano a Nanchino in Cina. E’ stata molto di moda a metà dell’ottocento per l’abbigliamento estivo.
  • NAPPA: E’ un tipo di pelle che, sottoposta a particolare conciatura al cromo, acquista una tale lucentezza, morbidezza, elasticità da diventare particolarmente adatta alla confezione di abiti, giacche, mantelli e guanti.
  • OCELOT: Pelliccia confezionata con le pelli dell’ocelot, chiamato anche gattopardo d’America, a fondo giallo chiaro con macchie scure oblunghe.
  • ORBACE: Tessuto di lana grezza fatto a mano, tipico della Sardegna, usato per confezionare i costumi tradizionali. Venivano confezionate in orbace le divise fasciste.
  • ORGANDIS: Tessuto simile al velo, fabbricato in origine con il filato organzino di seta, ma attualmente anche con altri filati, molto trasparente e reso rigido dall’apprettatura.
  • ORGANZA: E’ un tessuto fine e trasparente di seta o altri materiali, reso rigido da un finissaggio chimico.
  • ORMESSINO: Tessuto di seta, leggero e pregevole, giunto per la prima volta dalla città persiana di Ormius da cui probabilmente prende il nome.
  • ORGANZINO: Tessuto leggero, ottenuto con il filato omonimo in seta a due capi o più fortemente ritorto, assomiglia alla mussolina, ma meno morbido, più compatto e robusto.
  • ORSETTO: Calda pelliccia in mohair realizzata con una mischia di mohair e poliammide.
  • OTTOMANO: Tessuto di medio peso a struttura serrata, con coste orizzontali ben marcate ed evidenti. Realizzabile in più filati: seta, cotone, lana, rayon.
  • PELLE D’UOVO: Tessuto finissimo in cotone molto compatto e resistente, simile alla pelle d’uovo per colore e sottigliezza. Usato per biancheria intima femminile.
  • PELUCHE: Tessuto sintetico o naturale, caldo, con superficie pelosa, simile alla felpa e al velour, ma con pelo molto più lungo.
  • PERCALLE: Tessuto di cotone ad armatura tela, usato per camicette e biancheria intima.
  • PETIT – GRIS: Pelliccia ottenuta con il pelo folto e morbido dello scoiattolo siberiano. Di colore grigio naturale, ma spesso tinta in altri colori, fu di gran moda negli anni ’40.
  • PILE: Tessuto sintetico morbido, idrorepellente, fortemente isolante, caldissimo. Usato per le sue qualità dapprima per tute e altri capi di abbigliamento sportivo, oggi viene usato per realizzare pigiami e altri capi di abbigliamento e accessori.
  • PIZZO: Detto anche trina o merletto. Da un punto di vista tecnico le categorie di pizzo sono due: quello eseguito ad ago e quello al tombolo. Il pizzo compare sulla scena del tessile relativamente tardi, nella seconda metà del 1500. Poli d’interesse internazionale del pizzo saranno Venezia e le Fiandre, all’inizio la prima per il pizzo ad ago e la seconda per il pizzo al tombolo.
  • PLISSE’: Qualsiasi tessuto pieghettato.
  • QUIANA: Tipo di nylon leggero e ingualcibile, tessuto in stoffe o maglie utilizzate per l’alta moda.
  • RAFIA: Fibra tessile ricavata dalle foglie di una specie di banano selvatico. La pianta ha foglie molto grandi e lunghe sino a 180 cm, il cui strato epidermico superiore rappresenta la rafia propriamente detta.
  • RASO: Termine che deriva dall’aggettivo raso, che significa privo di sporgenze e asperità. Indica una stoffa con armatura della tessitura, in cui le intersezioni tra ordito e trama sono ridotte al massimo. Da questa caratteristica deriva l’aspetto molto liscio e lucido uniforme di tali tessuti.
  • RASATELLO: Tessuto di cotone in armatura raso con lucentezza attenuata.
  • RENARD: E’ la pelliccia di volpe argentata dal pelo lungo, folto e morbido. Era anche la volpe intera, trattata con tanto di testa, coda, zampette e occhi di vetro che si portava intorno al collo sul tailleur nel periodo tra le due guerre.
  • REPS: Tessuto molto robusto in lana, cotone o seta, a coste longitudinali o trasversali, detto anche canetè.
  • RENSA: Tela bianca e molto fine di lino, prodotta originariamente a Reims, città francese da cui deriva il nome.
  • SANGALLO: Varietà di tessuto a pizzo, in cotone, lino, rayon per abiti un poco infantili, gonnelline estive, camicie da notte di sapore retrò. Originario di San Gallo, cantone della Svizzera.
  • SATIN: Termine generico per qualsiasi tessuto di cotone o seta, particolarmente lucido e liscio.
  • SCIAMITO: Tessuto di seta di peso consistente, già in uso a Costantinopoli e adattissimo ad essere ricamato.
  • SHETLAND: Nome delle isole al largo della costa scozzese. Si chiama così la lana di particolari pecore di queste isole da cui si ricavano tessuti o maglieria cardati, con la caratteristica superficie cosparsa di lunghi peli. Il termine è poi stato applicato genericamente a ogni filato di lana che produce una superficie simile. Negli anni ’60 veniva chiamato shetland un tipo di maglione di lana leggermente ruvida e dai colori brillanti.
  • STAMIGNA: Tessuto di cotone robusto a intreccio rado, simile alla garza. Attualmente viene usato per supporto al ricamo e per la confezione di abiti e bluse folk.
  • STOPPA: Cascame di lino e della canapa, usato per imbottiture in genere.
  • STRETCH: Dall’inglese to stretch che significa tirare, indica non tanto un tessuto vero e proprio, ma tutti quelli che presentano la caratteristica di essere elasticizzati.
  • TAFFETA’: Dal persiano “taftah”. Uno dei più bei tessuti di seta, con una struttura serrata e quasi rigida, di aspetto brillante e luminoso frusciante ad ogni minimo movimento. Esiste anche in fibre artificiali e sintetiche.
  • TASMANIA: Isola a sud dell’Australia dove si producono lane particolarmente pregiate di eccezionale finezza con cui si fabbricano tessuti pettinati di ottima qualità perfetti per la stagione primaverile.
  • TELA: Nome generico di tessuto ottenuto con metodo di tessitura classica, che è il più semplice perché in esso ogni filo di ordito si intreccia simmetricamente con ogni filo della trama.
  • TERITAL: Fibra sintetica poliestere, la più conosciuta di tutto il gruppo dei poliesteri. Viene solitamente utilizzata in mischia con altre fibre naturali per esaltare le caratteristiche di queste ultime.
  • TULLE: Tessuto leggerissimo in garza o seta a trama rada e maglie sottili, molto vaporoso, si usa in strati spesso sovrapposti.
  • TUSSOR: Tessuto in seta, selvaggia, prodotta in Cina e India. Filato molto lucente e irregolare che proviene da bachi cresciuti allo stato naturale.
  • VALENCIENNE: Finissimo merletto, molto pregiato, lavorato a fuselli in filato di lino, con fondo a rete riccamente decorato con svariati motivi.
  • VELCRO: Nastro biadesivo formato in realtà da due strisce diverse di cui una si attacca all’altra.
  • VELLUTO: Stoffa intessuta con un pelo corto, morbido e denso che dà alla superficie un aspetto liscio, compatto, brillante.
  • VISCOSA: Fibra artificiale di cellulosa derivata dalla polpa del legno molto usata per maglie, abiti, soprabiti e bluse per il tempo libero.
  • VICUNA: Tessuto di morbidezza e sofficità eccezionali ricavati dalla lana di un piccolo camelide delle Ande da cui prende il nome.
  • VOILLE: Tessuto molto leggero e trasparente, di solito in seta o cotone, ottenuto con filati molto sottili e ritorti.
  • ZEFIR: Prende il nome dal vento leggero o zeffiro, questo tessuto leggero e delicato, può essere in cotone o in altri materiali. Indicato nella confezione di camicie.

Tessuto

Un tessuto è un manufatto a superficie piana, sottile e flessibile realizzato tramite un intreccio di fili perpendicolari tra di loro; l'operazione necessaria per realizzarlo si chiama tessitura. È costituito da due elementi: l'ordito o catena, ossia l'insieme di fili tesi sul telaio, e la trama, unico filo che percorre da una parte all'altra l'ordito.I tessuti fecero la loro comparsa nel neolitico, e segnarono nei materiali usati, negli intrecci, nei colori, nelle attrezzature utilizzate per costruirli l'evoluzione culturale e tecnica della civiltà umana.
Il tessuto può essere realizzato con diverse fibre: animli o vegetali. 

Trend

Voce inglese che significa direzione, orientamento. Nel campo della moda indica una tendenza, una direzione prevalente nell'uso e nel costume sociale.
 

Il Trend Hunter è la figura professionale che si occupa di Ricerca Tendenze. Il suo lavoro è fondamentale per la riuscita di tutto il processo creativo di realizzazione di collezioni di moda e di vendita di prodotti finiti.
Obiettivo del suo lavoro intercettare ed anticipare i cambiamenit di gusto, di pensiero e sociali di ogni parte del mondo, secondo il proprio bacino d'utenza. La ricerca, fonda le proprie radici nei dati sulle abitudini di consumo e gli stili di vita dei consumatori.

Trendsetter

Il Trendsetter è colui che, nel campo della moda e dell’abbigliamento, coglie in anticipo e detta le nuove tendenze.
 

Trendy

Detto di colui che si trova in sintonia con le ultime tendeze del settore.
 

L'Ufficio Stile si occupa essenzialmente di coordinare le collezioni all’interno di un’azienda di alta moda.
L’Ufficio Stile è quello che solitamente affianca le aziende di moda e pronto moda, dalle più grandi alle più piccole, e le accompagna nelle importanti fasi di creazione e lancio di un campionario. Si occupa quindi di ricerche di mercato e fiere di settore. 
Crea inoltre i famosi trend book, anticipazioni delle collezioni. Ha anche delle competenze comunicative in fatto di brand e loghi.
L'Ufficio Stile si occupa anche della creazione delle collezioni esclusive, dalla progettazione alla campagna pubblicitaria personalizzata alla realizzazione di campioni per la produzione. Importante anche l’attività di supporto nella scelta dei colori di tendenza e dei materiali.