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Quando la connessione tra scuola e lavoro ha come gran finale l’assunzione

Quando la connessione tra scuola e lavoro ha come gran finale l’assunzione

Una bella storia di formazione e lavoro quella dello studente bresciano, neodiplomato, Riccardo Codognato che, grazie a uno stage in una azienda desenzanese, ha potuto seguire la nascita e lo sviluppo di una collezione di gioielli con la possibilità di proseguire la sua esperienza in azienda, entrando direttamente nel mercato del lavoro. Grazie allo stage professionalizzante di sei mesi presso Vi.Da. Multiservice, Riccardo è stato “protagonista” nello sviluppo di un accessorio del marchio Tino Generation.

«Collaborando con figure professionali – racconta Riccardo – ho avuto la possibilità di occuparmi degli aspetti concreti della produzione di un gioiello, ma anche di conoscere i punti su cui dovrò in seguito lavorare per continuare a migliorare».

Il giovane bresciano si è non solo occupato di disegnare un accessorio di moda, sulla base degli input ricevuti, ma ha potuto curare tutti gli aspetti di una collezione: dalla progettazione del prodotto alla fase di marketing, fino alla messa in commercio, con la promozione e l’esposizione nei negozi. I nuovi ciondoli Tino, ispirati a vari personaggi e ai mestieri della quotidianità, nascono ora anche grazie al prezioso contributo di Riccardo Codognato, classe 1997, diplomatosi a fine luglio con una tesina in Fashion Design dal titolo “Nascita e sviluppo di una collezione”, presso l’Istituto di Alta Formazione per la moda e il design “Machina Lonati” di Brescia.

Danielle Angelini e Vito De Luca, titolari di Vi.Da. Multiservice, confermano l’entusiasmo e l’impegno dedicato e la qualità del lavoro svolto da Riccardo durante lo stage. «La presentazione del lavoro di Riccardo ha lasciato tutti a bocca aperta e ha dimostrato ai docenti e ai familiari come “mettere le mani in pasta” per imparare un mestiere sia più utile ed efficace, a supporto di nozioni teoriche che altrimenti resterebbero avulse dalla realtà».

Una testimonianza incoraggiante e senz’altro fortunata, quella di Riccardo, se si considera che secondo i dati di inizio anno (marzo 2018) i disoccupati in Italia erano 485mila fra gli under 24, e ben 781mila nella fascia 25-34 anni: 1,2 milioni, con l’aggiunta di sei milioni di inattivi nell’uno e nell’altro blocco. Un totale di oltre sette milioni di giovani che non lavorano, anche quando la disoccupazione, in termini assoluti, “migliora”.