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La sostenibilità è un motore di trasformazione, di rigenerazione delle organizzazioni di qualsiasi settore, in ogni angolo del mondo e all’interno di ogni ambito e settore professionale. Gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea e dall’ONU con l’Agenda 2030 si muovono verso una prospettiva di sviluppo sostenibile che impatta le logiche aziendali. Alle imprese è richiesto nel prossimo futuro uno sforzo aggiuntivo rispetto agli impatti, nell’ottica di ridurre quelli negativi e migliorare quelli positivi con la conseguente acquisizione di un vantaggio competitivo sul mercato.
Performance economiche e di sostenibilità si intersecano e acquisiscono sempre più importanza nelle scelte organizzative, di business e di investimento degli imprenditori rendendo necessarie figure che siano in grado di accompagnare questa fase di trasformazione, di armonizzare gli obiettivi e di colmare il grande mismatch tra domanda e offerta di lavoro all’interno delle diverse realtà.
Giuseppe Marino è presidente di ESGside, una rete di imprese che si occupa di sostenibilità, e CEO di Ventitrenta, società benefit impegnata nella formazione, nella consulenza e nella ricerca e sviluppo sui temi della salute, della sicurezza, dell’ambiente e della sostenibilità d’impresa. Abbiamo chiesto proprio a lui di aiutarci a inquadrare meglio il tema della sostenibilità in campo aziendale e le figure professionali impegnate in questo percorso innovativo e rivoluzionario.
Quali sono le mansioni principali di un sustainability manager in azienda?
Il sustainability manager ha il compito di ideare, strutturare e organizzare i processi di trasformazione di un’organizzazione in merito alle tematiche di sostenibilità. Questo si traduce nel coinvolgere tutte le funzioni aziendali, in maniera differente rispetto alle peculiarità dell’organizzazione e agli obiettivi che questa si è data, in un processo di cambiamento con il fine di rinnovare prodotti e processi. La mansione principale del sustainability manager, quindi, è quella di coordinare le attività e coinvolgere le diverse figure aziendali per favorire e agevolare questa transizione.
Concretamente, quindi, significa lavorare a livello strategico e operativo: il manager della sostenibilità guida l’azienda nel processo di individuazione degli obiettivi che vengono perseguiti grazie al suo supporto e al coinvolgimento attivo delle diverse funzioni.
Ci sono poi altri aspetti peculiari del lavoro di un manager della sostenibilità: la reportistica e la rendicontazione dei risultati e le attività di comunicazione, interna ed esterna. I due aspetti sono infatti tra loro strettamente connessi. Se in passato, il marketing sfruttava in modo ossessivo le tematiche di sostenibilità, ora ci troviamo di fronte a un fenomeno contrario, frutto delle normative contro il greenwashing che limitano i messaggi ingannevoli. Per questo motivo, il sustainability manager ha il compito di rendere la sostenibilità misurabile e fornire elementi oggettivi e dati scientifici per permettere di comunicare nel modo corretto.
Che competenze deve possedere il manager della sostenibilità?
Le figure sono in continua evoluzione, in funzione anche dei cambiamenti che le organizzazioni stanno adottando in termini di sostenibilità, diventando sempre più tecniche e trasversali.
Oggi un sustainability manager deve conoscere il funzionamento di un’organizzazione (processi, governance, operatività, struttura) oltre a comprendere le dinamiche di carattere economico e finanziario che caratterizzano il mercato di riferimento, individuando gli stakeholder con cui il valore viene condiviso. Deve avere dimestichezza con la dimensione sociale delle aziende composta da diversi aspetti come il benessere interno, il welfare aziendale, la sicurezza, la retribuzione, la parità di genere, oltre a riconoscere gli impatti aziendali sulla comunità e sul territorio con cui l’impresa dialoga e interagisce. Al sustainability manager è richiesto anche di essere in grado di misurare, valutare e rendicontare gli effetti delle operazioni dell’azienda sull’ambiente (inquinamento, emissioni, rifiuti, energia) e di promuovere politiche attive sui temi della mobilità green e dell’economia circolare.
Il sustainability manager deve essere capace di coinvolgere gli stakeholder mappando e individuando le aspettative di ognuno di loro, sia all’interno che all’esterno dell'azienda, rispondendo alle esigenze di ogni portatore di interesse.
Che tipo di prospettive ci sono per i manager della sostenibilità di domani?
I dati evidenziano che il manager della sostenibilità è la professione del presente. Secondo un report rilasciato da LinkedIn relativo al 2023, infatti, il sustainability manager è la seconda professione più richiesta dalle aziende attraverso la piattaforma, sia come figura interna che a livello di consulenza. Le direttive e i regolamenti collegati al Green Deal Europeo, infatti, puntano a far diventare l’Europa il primo continente a impatto zero o a neutralità climatica entro il 2050 e questo obiettivo si può raggiungere solo con un contributo fattivo delle aziende, cui sono stati imposti obblighi normativi e a disposizione delle quali sono nate agevolazioni per promuovere il percorso di transizione ecologica.
Ai manager della sostenibilità di domani, quindi, è richiesto di seguire questo cambiamento aziendale, agevolando e accompagnando le imprese da una gestione tradizionale verso una sostenibile in termine di processi, prodotti e servizi. Devono inoltre promuovere una risposta efficace agli adempimenti obbligatori e non obbligatori in tema di sostenibilità, come ad esempio la redazione del piano strategico di sostenibilità, del report di sostenibilità e l’implementazione di misurazioni specifiche come la carbon o la water footprint.
Quali aspetti della sostenibilità acquisiranno maggiore importanza in futuro e diventeranno centrali quindi per i sustainability manager di domani?
La sostenibilità una volta era pensata per preservare le generazioni future, mentre oggi non può che guardare al presente anche a causa del precipitare degli eventi climatici e delle tensioni sociali che caratterizzano il contesto contemporaneo e accelerano il processo di trasformazione.
La prospettiva è una struttura di metriche che terranno conto, oltre ai temi ambientali, anche degli impatti sociali delle aziende, dell’etica del business e della finanza sostenibile, oltre agli aspetti digitali, con un monitoraggio sempre più puntuale dell’accessibilità delle piattaforme per persone con disabilità o barriere linguistiche.
Il manager della sostenibilità trova di fronte a sé una prospettiva professionale dinamica e stimolante. Anche il tessuto delle piccole e medie imprese che caratterizzano il nostro territorio nazionale da diversi anni si sta ponendo il problema di come riorganizzare la propria attività di business e renderla più sostenibile sollevando richieste sempre più importanti di manager, pratictioner e consulenti in grado di supportare le aziende. Anche le organizzazioni pubbliche stanno inserendo nei loro processi interni una serie di elementi per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo assumendo il ruolo di facilitatori di questa transizione verso la sostenibilità che riguarda e impegna oggi le realtà di tutti i settori.